Società

OLTRE IL CORTILE

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Il contenuto di questo articolo esprime esclusivamente il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Con l’accordo fra Unicredit e HypoVereinsBank (Hvb) non nasce soltanto un colosso bancario che sarà il quarto di Eurolandia e il decimo nell´Europa tutta.
Infatti, soprattutto da un punto di vista italiano, gli aspetti qualitativi dell´operazione sopravanzano di gran lunga quelli, pur ragguardevoli, di mera valutazione quantitativa.

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In primo luogo, la mossa di Alessandro Profumo dimostra che il sistema bancario domestico non è condannato a restare una «foresta pietrificata», come vorrebbero quei protezionisti nostrani – Banca d´Italia in testa – che non sanno come affrontare o forse non vogliono neppure accettare le sfide del mercato aperto, costringendo l´intero sistema economico a pagare un sovraccosto di inefficienza affinché nulla muti negli equilibri di potere tradizionali.

Mentre sul versante di Bnl e di Antonveneta variopinte compagnie di mercenari sono state mobilitate all´insegna di un malinteso interesse patriottico, che però non sa guardare oltre il campanile di Via Nazionale, ecco realizzarsi un´operazione che indica, finalmente, ben altra e più strutturata concezione dell´interesse nazionale. A chi ritiene che il nostro sistema bancario debba continuare a tenersi stretto alle sottane del governatore, a chi addirittura vaneggia di riproporre a un´economia in recessione nuove dosi di devastante droga valutaria con il ritorno alla lira, l´iniziativa di Unicredit segnala che si può ancora osare, alzando lo sguardo oltre i confini del cortile di casa per accettare la competizione su scala quanto meno europea.

È evidente, infatti, che questa aggregazione bancaria è una mossa tutt´altro che estemporanea, ma il completamento di una strategia di lungo periodo pensata dal vertice di Unicredit in vista dell´allargamento dell´Unione europea ai paesi dell´Est. Sono anni che Alessandro Profumo, avendo misurato l´ovvia impossibilità di lanciare sfide frontali ai giganti di Francia e Germania, lavora per allargare la presenza del suo istituto con una serie di acquisizioni di banche di media dimensione nell´Europa orientale. Ovvero negli stessi paesi – con in più niente meno che l´Austria – nei quali proprio i bavaresi di Hvb vantano già una presenza di tutto rispetto.

Ecco la ragione per cui questo matrimonio va letto come la logica e intelligente conclusione di un «business plan» che guarda lontano, anche perché mira a conquistare una posizione creditizia imponente in un´area economica dove oggi, per giunta, si stanno realizzando tassi di crescita che possono soltanto fare invidia a un´Italia in pericoloso declino.

Certo, l´esperienza insegna che le fusioni fra grandi aziende sono sempre imprese ad alto rischio, che sovente non raggiungono i successi previsti nell´entusiasmo del primo momento. Resta il fatto che, per la prima volta, una banca italiana avanza da protagonista sulla scena internazionale, realizza la più importante operazione creditizia transfrontaliera mai compiuta in Europa e così fa nascere un nuovo gruppo integrato nel quale – particolare non secondario – l´italiano sarà pure la lingua prevalente.

La lezione principale di questa vicenda è, quindi, di un´eloquenza trasparente per la sua palese contrapposizione con quanto sta accadendo su altri versanti del mondo bancario e borsistico. Nel caso Unicredit-Hvb tutto sta procedendo alla luce del sole e nel rispetto del buone regole del mercato. In campo non ci sono improvvisati finanzieri dalle malcerte e oscure fortune, che perseguono bassi interessi speculativi con l´inconfessabile protezione di pubbliche istituzioni. Insomma – questa è la speranza – un´altra Italia sta rialzando la testa contro quella dei bucanieri di Borsa, delle miopi autorità pubbliche e degli avventurieri della politica. Da che parte stia il futuro del paese è superfluo dirlo.

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