Olivetti guadagna l’1,64% a €2,23 tra scambi molto intensi.
Sul mercato continuano a circolare voci di un’operazione in vista che porterebbe alla costituzione di Olimont, dalla fusione tra Olivetti e Montedison, oggi preda del gruppo Fiat.
“A suo tempo, quando nel 1999 ci fu l’offerta di Olivetti su Telecom Italia, Fiat fu la grande esclusa. Credo che gli Agnelli se la siano legata al dito – dice a Wall Street Italia Donatella Principe, analista di Banca Popolare di Vicenza – oggi, almeno in teoria, Fiat potrebbe utilizzare parte dei 40.000 miliardi di lire presi in prestitoo da Deutsche Bank per lanciare l’opa ostile su Montedison, e entrare con forza nelle telecomunicazioni”.
Il limite del doppio fronte sul quale Fiat si troverebbe a giocare, spiega l’analista, soprattutto con l’impegno in un settore, quello energetico, che non rappresenta propriamente il suo core business, sarebbe superato da un vantaggio economico: “in questa fase del mercato i titoli delle tlc sono molto appetibili”.
Come reagirebbe Colaninno, numero uno di Olivetti, a un’operazione del genere? Oggi ha detto che “non passeremo la mano”, ma ha anche aggiunto che “la società è contendibile”: “un modo come un altro – osserva l’analista di una Sim straniera – per alzare il prezzo in caso di vendita; d’altra parte l’aumento di capitale di Bell in Olivetti che ha portato la finanziaria lussemburghese oltre il 22% del gruppo italiano può essere visto nell’ottica di un rafforzamento della partecipazione in vista di un miglior prezzo da spuntare nel momento in cui si volesse vendere la gestione operativa”. Bell è azionista di riferimento di Olivetti con il 22,5%.
“Il problema principale è, ancora una volta, il rischio per il piccolo azionista”: secondo Principe il piccolo rischia di restare fuori, “perché un’operazione del genere, quand’anche avvenisse, non passerebbe attraverso il mercato. Il consiglio dunque è di stare all’erta e uscire prima che il titolo si sgonfi dalla speculazione che in questo momento lo sta portando in alto”.