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OCSE: L’ ITALIA E’ IN RECESSIONE, DEFICIT 4,4%

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Dall’inizio dell’anno l’Italia e’ in recessione: lo sostiene anche l’Ocse, nel suo Outlook annuale (rapporto di previsione), presentato oggi a Parigi. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico il Pil quest’anno sara’negativo, -0,6%, e il rapporto deficit/Pil si attestera’al 4,4%.

Il deficit, “in assenza di nuove iniziative, continuera’a salire anche nel 2006, come conseguenza della graduale eliminazione delle una tantum. L’indebitamento del settore pubblico si stima che salira’sia nel 2005 sia nel 2006”. L’Ocse precisa tuttavia che l’economia italiana ricomincera’a marciare “lentamente” nella seconda meta’del 2005 per tornare a crescere all’inizio del 2006 al proprio tasso potenziale di crescita.

Infatti, dopo il -0,6% di quest’anno, l’anno prossimo il Pil italiano dovrebbe attestarsi a +1,1% (la stima di sei mesi fa era +2,1%). Ma il rallentamento impatterera’comunque sui conti pubblici, tanto che l’Ocse prevede un ulteriore aumento del rapporto deficit/Pil al 5% nel 2006.

A rallentare l’economia italiana, “caduta in recessione all’inizio del 2005”, e’ la forte perdita di competitivita’ scesa del 25% negli ultimi quattro anni, anche a causa della “fiacca crescita della produttivita’”.

I problemi economici italiani, uniti a quelli della Germania, frenano l’Unione Europea: infatti l’Ocse ha drasticamente ridotto le stime di crescita di Eurolandia, dove il Pil crescera’quest’anno solo dell’1,2% per risalire al 2% nel 2006, contro le previsioni di dicembre di una crescita rispettivamente dell’1,9-2,5%.

“Questo forte rallentamento – si legge nel rapporto – e’ dovuto in larga parte all’euro forte e all’aumento dei prezzi del petrolio”. Ma non solo: tutto cio’ e’ stato in maniera considerevole amplificato da paesi come Italia e Germania contraddistinte da una continua scarsa resistenza agli shock esteri rispetto a economie piu’piccole come la Spagna e i paesi nordici”.

L’Ocse spiega che se in Germania “il problema e’della caduta della domanda interna nonostante il forte stimolo dell’export”, in Italia il settore commerciale “e’minato da anni di costi eccessivi e ha perso quote di mercato in maniera inquietante preparando il terreno della recessione”. Una situazione che “rischia di minare la credibilita’stessa dell’Unione monetaria” avverte l’osservatorio parigino.