Società

Occupy Russia: 40 fermi tra i promotori della de-Putinizzazione

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Mosca – Mentre nelle aule del Cremlino si sta per decidere il futuro del governo del terzo mandato Putin, la polizia ha effettuato un nuovo sgombro dei campi itineranti in stile Occupy Wall Street, allestiti nelle ultime due settimane a Mosca per protestare contro le elezioni del presidente.

A due mesi dall’insediamento di Vladimir Putin, all’alba di oggi la polizia ha disperso i manifestanti radunatisi di nuovo in piazza Kudrinskaja, dopo aver sostato per poche ore ieri in una delle piu’ famose vie del centro, il Vecchio Arbat, prima dell’arrivo puntuale degli agenti.

Su Twitter si parla di 40 fermi nella sola mattina di oggi. Come per il campo in Chistye Prudy, le forze dell’ordine hanno spiegato l’intervento con il fatto che l’Occupy arreca disturbo alla quiete pubblica.

Dopo aver ricoperto il ruolo di primo ministro sotto Medvedev, Putin e’ stato rieletto presidente – carica che aveva gia’ rivestito dal 1999 al 2008 – con oltre il 60% dei voti al primo turno delle presidenziali del 4 marzo di quest’anno.

Sono mesi di crescenti tensioni nello scacchiere geopolitico mondiale, tra crisi del debito sovrano europeo, rallentamento dell’economia cinese, rivolta civile in Siria, lotta per le risorse energetiche, come petrolio e gas, ma sopratutto la crisi nucleare iraniana.
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In tutte le questioni sopra elencate Mosca gioca un ruolo di intermediario decisivo, ma le divisioni con l’Occidente sono piu’ profonde quando si tratta di decidere come agire per tenere sotto controllo il programma nucleare di Teheran, che la Repubblica Islamica sostiene abbia solo scopi civili e non militari.

Mosca ha avvisato che c’e’ il rischio di un escalation militare in Medioriente. A Camp David, dove questo fine settimana si e’ svolto il G8, il vice ministro russo degli Esteri Sergei Ryabkov ha avvertito che l’Occidente vuole ancora attaccare l’Iran per impedire lo sviluppo di programmi di arricchimento dell’uranio. Una soluzione a cui la Russia si oppone fermamente, giudicandola destabilizzante.