(Teleborsa) – Secondo le elaborazioni sui dati dichiarati dalle prime 40mila imprese interpellate nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro. il tasso di entrata si attesterà nel 2010 poco sopra il 7% (era il 6,8% nel 2009), mentre il tasso di uscita si colloca all’8,6% (era l’8,7% lo scorso anno), arrivando a un saldo del -1,5%. A ridursi sarà soprattutto l’occupazione delle imprese industriali (-2,5%) rispetto a quelle delle attività terziarie (-0,7%). All’interno della manifattura il picco più negativo dovrebbe essere quello dell’edilizia: -3,7% la flessione stimata rispetto all’anno scorso. Ancora in difficoltà le imprese del made in Italy come il “sistema moda”, l’arredamento, i beni per la casa e il tempo libero, interessate da riduzioni comprese tra -2,7% e il -3%. In linea con la media dell’intero settore manifatturiero dovrebbe invece collocarsi la lavorazione dei metalli e della meccanica, mentre inferiore alla media dell’industria (intorno al -1%), è la flessione rilevata in settori che si sono mostrati più al riparo dalla crisi internazionale, come la filiera dell’energia e la chimica e farmaceutica. Miglioramenti all’orizzonte invece nel terziario, dove alcuni settori potrebbero far registrare nel 2010 lievissimi incrementi dell’occupazione (tra lo 0,1% e lo 0,8%): si tratta della sanità e servizi sanitari privati, dell’informatica e telecomunicazioni e dei servizi operativi alle imprese e alle persone. Sul fronte opposto, il più marcato calo occupazionale alle dipendenze è atteso dalla filiera turistica (sfiora il -2% per alberghi, ristoranti e servizi turistici), seguita dagli altri servizi alle persone e dal commercio e riparazione di autoveicoli (rispettivamente -1,4 e -1,3%). Flessioni analoghe o inferiori a quelle medie del settore si dovrebbero infine registrare per le imprese del commercio al dettaglio e all’ingrosso, nonché del credito e assicurazioni (tra il -0,7% e il -0,5%). A livello territoriale, sembra essere il Centro l’area in cui la flessione occupazionale dovrebbe essere più contenuta (-1,3%). Al Nord invece dovrebbe attestarsi intorno alla media nazionale (-1,5%) mentre dovrebbe aumentare leggermente nel Mezzogiorno (-1,6%). Piccole e piccolissime imprese – comprese quelle artigiane – mostrano infine la più intensa contrazione di posti di lavoro (-2,4%), soprattutto tra le unità manifatturiere (-4%). In questa fase congiunturale difficile, le imprese comunque continuano a puntare a una maggiore efficienza, possibile elevando la qualità delle assunzioni. Nel 2010, infatti, la contrazione occupazionale prevista per operai e personale non qualificato sembra superare il 2% (-2,1%), mentre quella relativa alle professioni medium e high skills scenderebbe sotto all’1% (-0,9% per i dirigenti e -0,6% per impiegati e tecnici).