(Teleborsa) – La rilevazione ISTAT delle Forze di Lavoro, riferita al quarto trimestre del 2009, conferma la situazione di debolezza del mercato del lavoro, presentando tuttavia un quadro più articolato che in passato ed evidenziando qualche segnale di attenuazione delle tendenze negative confermato anche dalle inchieste ISAE sulle attese occupazionali. E’ quanto si legge in una nota dell’Istituto di Studi ed Analisi Economica (ISAE), che ha commentato le stime ISTAT sulle forse di lavoro del IV trimestre del 2009. Nei dati al netto di influenze stagionali, l’occupazione è ancora diminuita (-0,2% pari a 36 mila occupati in meno rispetto al precedente trimestre) rallentando, però, il ritmo della contrazione (-0,7% terzo trimestre, 0,5% nel secondo). La dinamica congiunturale ha riflesso accentuate differenze territoriali: la caduta di occupati ha fortemente penalizzato il Mezzogiorno (-0,9%, 58 mila occupati in meno), mentre al Nord e nel Centro, i posti di lavoro sono lievemente aumentati (+0,1%, +16 mila individui nel Nord e 6 mila nel Centro, rispetto al precedente trimestre). Quanto ai settori produttivi, il calo più marcato ha riguardato i servizi (-5%), dove ancora non si erano osservate significative perdite di occupati. Nell’industria in senso stretto la riduzione di occupati, particolarmente severa nei precedenti trimestri sembra essersi arrestata, permanendo sui livelli dei precedenti tre mesi. Nelle costruzioni e nell’agricoltura l’occupazione è tornata a crescere (rispettivamente +2,3% e +0,2%). Ciò può ricollegarsi all’espansione della componente di occupati stranieri (che si contrappone alla contrazione degli occupati “nazionali”). Per quanto riguarda la componente atipica, sembra alleggerirsi la fuoriuscita di occupati temporanei (81 mila unità in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, (- 3,6%), rispetto alla riduzione di quelli a tempo indeterminato, mentre continua a crescere l’incidenza del lavoro a tempo parziale (+1,8%). In particolare, per il segmento femminile, le occupate a part- time hanno raggiunto quota 29%. Segnali meno sfavorevoli per quanto riguarda l’evoluzione della manodopera occupata per i prossimi mesi emergono dalle ultime inchieste ISAE sulle imprese: le attese degli imprenditori riguardo alla tendenza della manodopera occupata risultano in lento miglioramento in quasi tutti i principali settori. Nel complesso, su base tendenziale, la riduzione dell’occupazione evidenzia la rilevante perdita di occupati nel corso dell’anno (428 mila unità , -1,8% rispetto al quarto trimestre del 2008). Nell’ultimo trimestre del 2009, il tasso di disoccupazione è aumentato di tre decimi di punto attestandosi, nei dati al netto di influenze stagionali, all’8,2%. L’aumento del tasso di disoccupazione si deve alla crescita delle persone in cerca di occupazione avvenuta soprattutto nel Nord del paese (+40% nel Nord +30% nel Centro +5,7% nel Mezzogiorno) e ha coinvolto soprattutto chi possiede esperienza lavorativa pregressa (vale a dire chi ha perso una precedente occupazione), rispetto a chi è alla ricerca di una prima occupazione. A questo si aggiunge la marcata crescita della fascia di inattivi più prossimi al mercato del lavoro (coloro che hanno manifestato la disponibilità a lavorare e/o hanno dichiarato di aver cercato lavoro, non sussistendo comunque le condizioni per rientrare nell’insieme dei disoccupati).
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