Occhio alle banche inglesi: forte l’esposizione verso l’Irlanda

di Redazione Wall Street Italia
17 Novembre 2010 10:55

(WSI)- Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti su tutta la curva a fronte di un calo dei listini azionari. Il movimento è stato favorito dall’attesa dell’esito della riunione dei ministri finanziari. Secondo quanto riportato dal Wsj l’Ue starebbe valutando due opzioni: 1) fare due piani di salvataggio, uno da 80-100 Mld€ per risanare le finanze pubbliche ed un secondo piano diretto al settore bancario da 45-50 Mld€; 2) fare un pacchetto per il solo sistema bancario.

Secondo il quotidiano, al piano parteciperebbe anche il Fmi ed allo stesso tempo sarebbe richiesto un coinvolgimento Uk, dato il forte legame economico tra i due paesi. Il ministro del tesoro britannico in mattinata si è dichiarato pronto a sostenere Dublino. Le banche Uk presentano una forte esposizione verso quelle irlandesi ed inoltre l’Irlanda rappresenta il principale partner commerciale del Regno Unito.

L’Irlanda da parte sua continua a ritenere di non aver bisogno di aiuti per risanare le finanze pubbliche. I negoziati continueranno anche oggi, nel secondo giorno di riunione. Un team di esperti della Bce, Ue e Fmi questa settimana andrà a Dublino per analizzare in dettaglio la situazione irlandese.

La Lch-Clearnet, una delle principali clearing house, ha oggi aumentato al 30% il margine richiesto per la negoziazione dei titoli irlandesi a causa dell’aumento degli spread tra titoli irlandesi e tedeschi.

I ministri dell’Eurogruppo ieri hanno chiesto alla Grecia ulteriori tagli di spesa in seguito alla revisione Eurostat del deficit/Pil del 2009 al 15,4% dal 13,6%. Il ministro delle finanze austriaco ha dichiarato che la quota di finanziamenti pro-Grecia a carico dell’Austria sarà corrisposta a gennaio in luogo di dicembre, in attesa di nuovi dati.

Regling, a capo del fondo euro EFSF, ha dichiarato che il fondo è pronto a raccogliere capitali nel giro di pochi giorni, aggiungendo di aver già ricevuto l’interesse di investitori asiatici.

Negli Usa tassi di mercato a lungo termine in calo, con ancora volumi molto elevati scambiati sul future decennale. L’umore degli operatori è condizionato in parte dalle vicende dell’area euro ed in misura forse ancor più marcata dalla possibilità di ulteriori manovre restrittive dal fronte cinese, al fine di contenere le spinte inflattive e l’ingente afflusso di capitali.

Il governatore della Banca centrale cinese ha dichiarato di essere sotto pressione a causa degli ingenti afflussi di capitali. Allo stesso tempo il premier cinese Wen Jiabao, in un discorso tenuto in un supermercato, ha preannunciato l’introduzione di misure finalizzate al contenimento dei prezzi alimentari. E’ un tema che sta interessando più in generale le economie emergenti e che negli ultimi giorni hanno comportato rialzi dei tassi di riferimento, come ad esempio il caso della Bank of Korea o della banca centrale cilena.

L’impatto più evidente è sull’andamento dei listini azionari a loro volta condizionati principalmente dai comparti legati alle materie prime. In questo contesto non si sono arrestate le critiche mosse da diverse parti (politiche e non ) al secondo piano Fed. All’interno della Fed, vi sono visioni concordi sul fatto che il QE2 non è indirizzato al deprezzamento del dollaro. Emergono invece contrasti su quanta parte del piano di 600Mld$ verrà effettivamente utilizzato.

A favore del pieno utilizzo Rosengren, mentre invece più scettico Bullard (in precedenza lo era stato anche Warsh), entrambi membri votanti. Il report che analizza l’andamento dei flussi di capitale, ha evidenziato come le banche centrali estere a settembre abbiano effettuato acquisti record di Treasury, con andamento opposto delle agenzie. Potrebbe trattarsi di uno switch di portafoglio attuato in vista del QE2.

Valute: dollaro in marcato apprezzamento in una giornata in cui il focus è stato soprattutto sul caso Irlanda. Inoltre, la possibilità di un utilizzo parziale del piano Fed tende a mettere in discussione il potenziale deprezzamento del biglietto verde che potrebbe scaturire dal QE2. Ieri è stato testato l’importante supporto di 1,3450 che confermiamo anche per oggi con livello soglia in corrispondenza di 1,3370.

Prosegue il deprezzamento dello yen vs dollaro con il cross in avvicinamento alla resistenza 84. Supporto di breve a 82,90. Verso euro prosegue la fase laterale con il supporto importante collocato a 111,60.

Stabile lo yuan vs dollaro. In Cina sì è registrato il primo calo della fiducia dei consumatori in 6 trimestri a causa del rialzo delle aspettative di aumento dei prezzi in futuro.

Materie Prime: giornata negativa per le commodity, in particolare forti ribassi hanno colpito i metalli industriali. Male anche i metalli preziosi con argento a -3,3% ed oro a -2,2%. Tra i peggiori zinco (-8,4%) e piombo (-8,2%). Il greggio Wti (-3%) è calato ai minimi da 2 settimane con il prezzo tornato sotto gli 82$/b. Tra gli agricoli in forte calo il grano (-6,9%) su speculazione di un calo della domanda cinese.

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