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OBAMA ALLA CINA: STOP AL CONTROLLO SULLO YUAN

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Il presidente americano Barack Obama torna a fare pressing sulla Cina. Oggetto del contendere, ancora una volta, e’ il controllo dello yuan esercitato dal Sol Levante. “Un tasso di cambio piu’ orientato al mercato rappresenterebbe un essenziale contributo per l’economia globale”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca alla conferenza annuale della Export-Import Bank a Washington, preannunciando un piano volto a spingere le esportazioni a stelle e strisce. L’obiettivo e’ raddoppiarle entro cinque anni.

“Come riferito in precedenza, c’e’ la necessita’ di un ribilanciamento. I paesi con deficit commerciali hanno bisogno di risparmiare ed esportare di piu’. Al contrario i paesi con surplus dovrebbero spingere i consumi e la domanda interna”, ha aggiunto.

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“Aumentare le nostre esportazioni e’ un imperativo di breve termine, perche’ sostengono milioni di posti di lavoro. Ed e’ inoltre essenziale per la nostra prosperita’ di lungo termine: il 95% dei consumatori mondiali e’ fuori dagli Stati Uniti, e noi dobbiamo competere per attrarli cosi’ come altri paesi che gia’ lo stanno facendo”, ha continuato Obama.

“In un’epoca in cui milioni di americani hanno perso il lavoro, spingere le nostre esportazioni e’ un imperativo. Mentre altri mercati si stanno sviluppando e altre nazioni stanno affilando le armi, noi dobbiamo fare meglio. Dobbiamo assicurare alle nostre societa’ equta’ nel commercio e nella competzione”, ha specificato.

Le dichiarazioni del presidente Usa arrivano in vista del rapporto semi-annuale del Dipartimento del Tesoro atteso per il prossimo 15 aprile, da cui emergera’ se etichettare la Cina come un “manipolatore di valute”.

Una decisione simile potrebbe minare i rapporti tra States e Cina, gia’ messi sotto tensione il mese scorso dopo che Obama aveva deciso di incontrare il leader spirituale del Tibet, il Dalai Lama.