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…O PROSEGUIRA’ ANCHE NEL 2006?

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Stando ad un’ultima ricerca svolta dalla banca d’affari Merrill Lynch, i fund manager mondiali stanno diventando significativamente piu’ ottimisti sull’outlook del mercatio azionario americano.
Circa il 35% degli investitori ha intenzione di incrementare le posizioni sui titoli quotati a Wall Street entro i prossimi tre mesi, mentre solo il 10% sta pensando di ridurre la propria esposizione sulle azioni Usa. Solo due mesi fa, il numero degli individui propensi ad un aumento degli investimenti sull’azionario statunitense era di appena il 3%.

“Il pensiero piu’ diffuso era quello di sovrappesare i titoli del mercato giapponese a discapito di quello americano. Ma nell’ultimo periodo si e’ assistito ad un radicale cambiamento di pensiero” afferma David Bowers, chief global investment strategist di Merrill Lynch. “E’ come se gli investitori avessero individuato maggiori opportunita’ di profitto sul mercato americano anziche’ su altri”.

Le azioni americane appaiono ancora sopravvalutate per il 44% dei manager di fondi, mentre solo il 12% le ritiene sottovalutate. Nel mese di ottobre il 54% le considerava sopravvalutate e solo il 10% sottovalutate.

Il mercato del Sol Levante continua a rimanere popolare, ma solo l’1% degli investitori e’ intenzionato ad aumentare la propia esposizione sull’equity giapponense, in netto calo rispetto al 18% registrato ad ottobre.

Un altro studio condotto da BNP Paribas mostra che l’attegiamento degli investitori continua a rimanere molto positivo verso il Giappone, con oltre il 70% degli individui che hanno preso parte al sondaggio fiduciosi in un futuro rialzo. Il numero dei fund managers in attesa di un declino dell’azionario giapponese e’ infatti ai piu’ bassi livelli storici.

Merrill ha notato che il sentiment generale resta ottimista per il 2006. Gli investitori non credono in una possibile recessione dell’economia a stelle e strisce; sono invece confidenti in una crescita globale robusta e in un contenuto livello dell’inflazione “core”, nonostante gli elevati costi energetici e gli alti prezzi delle commodity. Per la maggior parte dei fund managers, solo un superamento della soglia dei $69 al barile da parte del petrolio potrebbe avere il potenziale di inficiare sulla crescita globale del prossimo anno. Le attese degli analisti di Merrill Lynch sono per un prezzo medio del greggio di $65 al barile.

Bowers ha concluso evidenziando un elevato interesse da parte del pubblico investitore. “I livelli cash in portafoglio sono ai minimi record del 3.6% e l’appetito per il rischio resta elevato”.