Il New York Stock Exchange completa oggi il processo di ‘decimalizzazione’ – il passaggio dalla quotazione dei titoli in frazioni di 32esimi a quella in numeri a potenza di dieci.
La prima borsa mondiale abbandona il sistema delle frazioni in vigore dal 1792, anno di apertura del NYSE, per allinearsi agli standard delle borse internazionali, secondo le linee guida del governo Usa.
Al NYSE, sul cui listino compaiono ben 3.525 titoli, si e’ affiancato anche l’American Stock Exchange. Ora tra le principali borse USA rimane il Nasdaq (5.200 titoli), che dovrebbe finalizzare il progetto entro l’inizio di aprile.
Il Nasdaq e’rimasto indietro perche’, ha fatto sapere un portavoce, la borsa dell’high-tech ha preferito concentrare i propri sforzi nel breve termine sulla possibilita’ di gestire sempre piu’ enormi volumi di scambi.
La decimalizzazione delle borse Usa:
favorisce gli investitori europei
A guadagnare dalla decimalizzazione saranno soprattutto gli investitori stranieri, europei in particolare, in quanto l’assenza delle frazioni rendera’ il mercato americano piu’ comprensibile e confrontabile e quindi, date le sue dimensioni, maggiormente appetibile.
e’ uno svantaggio per i broker
Bisogna tener presente che una delle principali fonti di profitto per i brokers e’ da sempre la differenza tra le offerte di acquisto (“bid”) e vendita (“ask”) – il cosiddetto “bid/ask spread”.
La decimalizzazione restringe notevolmente lo spread, e quindi la capacita’ di speculazione dei broker.
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