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Nuovo rischio dei mercati: Pechino

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(WSI) – Meteorologi di tutto il mondo, via il cappello: avevamo preannunciato una tempesta ed ecco che arrivano le prime gocce. Stanotte si è dimesso il Presidente tedesco Horst Kohler, in maniera del tutto inattesa, citando le critiche crescenti riguardanti i suoi commenti sulla missione militare tedesca in Afghanistan. Questa è la prima dimissione di un presidente federale tedesco dalla seconda guerra mondiale.

Ovviamente questo gesto aumenta la pressione sulla Merkel e getta le basi per una qualche instabilità politica che proprio non ci voleva in questo momento particolarmente angusto per l’economia europea.

Questo messaggio verrà digerito dai trader nella mattinata di oggi e forse peserà sull’euro (che non è molto distante dai minimi del 2010). Occhio anche a vendite di carry trade: anche se le vicende asiatiche rimangono più influenti per queste valute, le news dalla Germania possono aggiungere ulteriore pressione.

Parlando proprio delle vicende made-in-oriente, gli investitori si preoccupano sempre più per la salute dell’economia cinese (che, lo ricordiamo, ha in mano la maggior parte del debito pubblico USA). La fiducia del mercato è stata piegata innanzitutto dal PMI Cinese che ha mostrato un rallentamento nella crescita, che rimane comunque in territorio positivo e mostra che le misure di contenimento dell’inflazione da parte della PBOC stanno funzionando. Purtroppo però, i mercati possono rimanere irrazionali per lungo tempo: i trader attualmente interpretano qualsiasi segno di rallentamento da parte della Cina come un fatto negativo ed i carry trade agiscono di conseguenza.

Oltre alla Cina, anche il quadro giapponese non è proprio roseo: l’opinione pubblica vorrebbe le dimissioni del Primo Ministro Yukio Hatoyama in questo momento difficile per l’economia giapponese (che soffre, lo ricordiamo, per via dello yen ancora forte).

Il Giappone, con le sue auto, i suoi videogiochi ed il Sushi, si basa sulle esportazioni per accrescere il PIL. Uno Yen così forte peggiora le ragioni di scambio con gli altri paesi e, soprattutto dopo periodi prolungati, stressa l’economia. Anche qui le dispute vengono generate da interessi politici: si sta disputando sulla riallocazione di una base militare USA da Okinawa ad un’altra destinazione – quindi sono in ballo amicizie con gli USA.

Oggi spendiamo anche qualche parola sul report della ECB pubblicato ieri. La squadra di Trichet conferma le difficoltà del settore bancario in Europa, con diverse problematiche durature: esposizione ad un settore immobiliare in rallentamento, miliardi di euro in debiti insolventi, problematiche serie nei paesi dell’est, ed un conflitto potenziale tra le necessità di rifinanziamento delle attività bancarie (prestiti, mutui, bond) e la necessità dei governi di ulteriori prestiti.

Si stima infatti che per la fine del 2012 (esorcismi e calendari Maya a parte), le banche europee dovranno rifinanziare circa 800 miliardi di euro di debito. Dove troveranno le condizioni per fare questo roll-over non si sa, al momento. Meno male che tra poco inizia il Campionato Mondiale di calcio per distogliere le attenzioni e regalarci momenti di euforia e sorrisi spontanei.

La tranquillità di ieri, complice la chiusura delle maggiori piazze mondiali, ha fatto in modo che non ci siano stati grossi sconvolgimenti di livelli dal punto di vista tecnico. Così, cominciando dell’eurodollaro, troviamo che la tendenza ribassista evidenziata ieri mattina è ancora quella da considerare valida per ottenere uno spunto per una prossimo livello.

Un grafico orario chiarisce come per le prossime ore potrebbe essere sensato attendersi un ritorno dei prezzi verso 1.2335, dove il cambio potrebbe subire una battuta d’arresto. Ribadiamo ancora una volta che, sino ad un nuovo eventuale superamento, il livello di supporto a cui guardare con attenzione è ancora l’area del doppio minimo a 1.2145.

Il cable non si è allontanato troppo dal livello di 1.45 figura, dimostrando ancora come il mercato guardi a questo livello. Come detto ieri il doppio massimo, del 27 e 28 maggio, a 1.46 figura è nuovamente il punto di arrivo del movimento di salita iniziato la settimana scorsa. Per un cambio di visione i prezzi devono accelerare a ribasso oltre il supporto dinamico di 1.4450: questo livello è dato dalla trendline inclinata positivamente con origine a 1.4250 (il supporto di lungo del cambio).

Vediamo ora la sterlina contro la moneta unica, prossima, da qualche giorno ad un livello di supporto che se rotto potrebbe aprire la strada ad un nuovo rafforzamento della moneta di Sua Maestà: parliamo ovviamente di 0.84 figura, a cui siamo andati molto vicini e che non può che essere preso come ultimo livello di supporto per strategie a favore di euro.

Ci dobbiamo purtroppo parzialmente ripetere anche sul cambio UsdJpy, perché mentre è ancora forte il supporto di 90.60 (da alcuni giorni questo è considerato come bussola del trading di breve), abbiamo avuto ieri dal mercato il suggerimento di una nuova resistenza a 91.60: questo quindi porta a racchiudere il cambio in un range giornaliero di 100 punti. Il cambio EurJpy potrebbe arrivare presto alla rottura di 112.30, oltre il quale un grafico orario suggerisce un’attesa degli obiettivi a 113 e 113.60. Il supporto a questa idea è dato dal perfetto doppio minimo a 111.30.

Nessun cambio all’orizzonte per il UsdChf: 1.1450 e 1.1690 racchiudono i movimenti dalla settimana scorsa e sono da considerare come i più importanti livelli nel breve. Ha ricominciato a muoversi a ribasso l’eurofranco, complicando la situazione dell’euro e fornendo non certo un segnale positivo.

Purtroppo data l’erraticità del cambio delle ultime settimane è indubbio che il livello da aspettarsi sia dato da 1.40, anche se forse potremmo attenderci un minimo di tenuta dal precedente minimo di mercoledì scorso, a 1.4110. Solamente un ritorno dei prezzi al di sopra di 1.43 ridarebbe una parziale tranquillità al cambio, che comunque è ancora molto soggetto agli umori del mercato e difficilmente prevedibile.

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