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NUOVO MERCATO: OPV DATALOGIC PER CRESCERE IN USA

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Parte oggi, per concludersi dopodomani, 21 marzo, il collocamento di Datalogic, azienda bolognese fondata nel 1972, il cui debutto in borsa sul Nuovo Mercato è fissato per il 28 marzo prossimo in vista di grosse acquisizioni sul mercato americano.

Datalogic è il maggiore produttore europeo di lettori di codici a barre con tecnologia laser e terminali portatili per la raccolta dati. I suoi sistemi permettono lo smistamento dei bagagli ai check-in negli aeroporti di Roma-Fiumicino, Londra-Heatrow, Vienna, Francoforte, di imprimere i codici a barre sulle bollette, o di leggerli sui prodotti nelle farmacie, o nei magazzini automatizzati come quelli di Benetton.

“In tutta Europa siamo leader nel settore dei lettori ottici fissi con una quota di mercato pari al 28%– dice a WallStreetItalia l’amministratore delegato di Datalogic, Roberto Tunioli – e contiamo di diventare entro tre anni primi in Italia e terzi in Europa nel settore dei lettori portatili”. I lettori portatili, spiega Tunioli, assomigliano a un telefono cellulare e vengono utilizzati dagli addetti ai magazzini per leggere i codici in loco e inviare immediatamente, e a distanza, i dati al computer centrale, risparmiando così tempo e denaro.

Datalogic ha anche creato il sistema che permette ai giganti dei trasporti come TNT, DHL, UPS, ma anche alle poste italiane, tedesche, svizzere e svedesi, di identificare e smistare pacchi e lettere da consegnare. Da Datalogic è uscito pure il sistema di identificazione tramite radiofrequenza, che rappresenta un passo avanti rispetto all’identificazione attraverso la lettura ottica.

Oggi l’azienda è presente, tramite proprie filiali dirette, in USA, Giappone, Australia, Austria, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Spagna e Svezia. Nel resto del mondo opera tramite una rete di business-partners.

Nel 2000, anno in cui sono stati registrati 12,6 miliardi di lire di utile netto, oltre l’80% dei 200 miliardi di lire di fatturato è stato generato fuori dai confini nazionali. Il vertice di Datalogic prevede tassi di crescita sostenuti anche per il 2001; impegnato al silenzio da Consob, Commissione di controllo per le società e la borsa, Tunioli non può essere più specifico al riguardo e si limita a ricordare che negli ultimi tre anni l’azienda ha registrato un tasso di crescita “di oltre il 20% l’anno”.

“Ora però – aggiunge l’amministratore delegato della società – abbiamo bisogno di espanderci negli Stati Uniti, dove le applicazioni di magazzino per i nostri prodotti offrono ampie possibilità di crescita. Negli USA dunque abbiamo in programma alcune acquisizioni importanti che annunceremo a tempo debito. Per farlo, però, abbiamo bisogno di liquidità, ed è per questo che andiamo in borsa.”

Datalogic ha anche altri obiettivi. Tra questi, una maggiore presenza nel settore retail (vendite al dettaglio) nei supermercati e negli ipermercati. Per esempio, ha in progetto di far compiere direttamente la lettura dei codici a barre dei prodotti (self-scanning) man mano che vengono introdotti nel carrello, con il duplice intento di evitare le code alle casse e di “registrare” le scelte dei consumatori, consentendo così alle aziende di adattare le proprie campagne promozionali a ogni singolo cliente.

Il collocamento avviene attraverso l’emissione di nuove azioni offerte a un prezzo compreso tra i €22,5 e i €25,5. Complessivamente saranno offerti 2.646.000 di azioni ordinarie, pari al 23% della società. Dell’offerta, un minimo di 793.800 azioni sarà dedicato ai risparmiatori attraverso un’offerta pubblica di vendita; fino a un massimo di 71.550 azioni sarà riservato ai dipendenti che beneficeranno di uno sconto pari al 15% del prezzo dell’offerta; mentre 150.000 azioni saranno riservate ai clienti di Banca Mediolanum. Il lotto minimo è di 75 azioni.

“Abbiamo anche previsto –aggiunge Tunioli –la possibilità di esercitare la green shoe (la vendita di un’ulteriore piccola tranche di azioni se la domanda supera molto l’offerta); se questa sarà esercitata, andrà in borsa il 25% della società. Prevediamo di incassare tra un minimo di 130 miliardi di lire e un massimo di 170 miliardi di lire”.

Fino a oggi Datalogic non ha distribuito dividendo (“l’abbiamo sempre lasciato in azienda”, dice l’amministratore delegato); ma con lo sbarco in borsa le cose cambieranno: “abbiamo previsto di pagare il dividendo sulla base dei conti del 2001, con godimento nel 2002”.

I manager dell’azienda si sono impegnati, con un lock-up di 24 mesi, a non vendere le proprie quote per il periodo stabilito: “è la dimostrazione – sottolinea l’amministratore delegato – che non andiamo in borsa per incassare, ma per utilizzare i soldi che prenderemo per sviluppare le nostre attività, anche nel settore della ricerca”.

Datalogic conta infatti su un centinaio di propri ricercatori. Nel 2000 ha investito il 7% circa del fatturato nella ricerca. Al momento, ha 200 brevetti registrati a livello mondiale. Nel suo consiglio di amministrazione siedono, tra gli altri, Elserino Piol, presidente del fondo Kiwi, e Umberto Paolucci, vicepresidente mondiale di Microsoft (MSFT) .