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Nuovi record Brent e Wti. Tremano futures Usa. Milano ancora chiusa

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In una giornata caratterizzata dall’aumento dei timori sul destino della Libia in tutto il mondo, anche Wall Street sembra orientata a puntare verso il basso (vedi quotazioni a fondo pagina), così come hanno fatto le borse dall’Asia all’Europa..esclusa però Piazza Affari, che ha perso tutta la mattinata non riuscendo ad avviare la giornata di contrattazioni, a causa di problemi tecnici sui sistemi informativi.

Le preoccupazioni degli investitori sono alimentate dall’impennata del petrolio, con il Brent e il WTI che hanno toccato i massimi degli ultimi due anni e mezzo. Il Brent è salito fino al picco a 108,57 dollari (ora è a 106,87, in crescita dell’1,11%), mentre i futures a New York stanno mettendo a segno un rally di 6 dollari a 93,95 dollari al barile.

Tutto il mondo è scosso queste notizie e tutti i mercati le scontano. A parte, appunto, Milano. Di fatto, Borsa Italiana ha reso noto nelle prime ore della seduta che i mercati MTA, ETF, SeDeX e MOT sono sospesi per un problema tecnico. E, all’indomani di una seduta caratterizzata da forti ribassi (-3,6%, di fatto la flessione più forte degli ultimi otto mesi), gli operatori sono visibilmente nervosi per il sopravvenire ora di questa situazione.

Intervistato da Class Cnbc, Carlo Aloiso di Unicredit conferma che nelle piazze finanziarie internazionali girano diversi rumour sul motivo della chiusura: tra questi, l’ipotesi dell’arrivo di forti blocchi di vendite da parte degli investitori internazionali sui titoli italiani che hanno legami in Libia; ma ora l’unica cosa che si può fare è attendere un comunicato di Borsa Italiana (che tarda ad arrivare)

Certo che indicativo è l’articolo scritto su Business Insider dell’analista Joe Weisenthal: “L’Italia è la nuova zona di crisi dell’Europa – sottolinea, e dopo aver parlato dei problemi legali di Berlusconi, dell’arrivo di nuovi immigrati, sottolinea: “ieri l’azionario italiano ha vissuto un giorno orribile…Oggi, beh, non lo sappiamo, causa il problema tecnico comunicato da Borsa Italiana”. Ma “sappiamo che oggi gli spread sul decennale sono in forte rialzo”. E Francesco Vercesi, money manager presso Fiduciaria Orefici Sim in Italia, intervistato da Bloomberg, afferma che la sospensione del trading “è qualcosa di inaccettabile”.

Interessante notare l’andamento del mercato obbligazionario che- almeno quello in Italia- appare funzionare. I titoli di Stato italiani (Btp) soffrono i nuovi acquisti sui Bund, che confermano anche oggi la loro appetibilità. “Piu’ che parlare di vendite sui Btp bisogna parlare di una corsa agli acquisti di titoli tedeschi. Il mercato teme l’ invasione migratoria dal Nord africa all’Italia con costi sociali ed economici ancora incalcolabili. Ci si ripara dunque sotto l’ombrello rassicurante della maggiore economia dell’Eurozona”, commenta un trader dell’obbligazionario.

L’altro elemento che penalizza i titoli di Stato tricolori “è il fatto che l’Italia, attraverso le sue imprese, e’ il maggiore investitore in Libia. Inoltre, la famiglia Gheddafi ha numerosi interessi in Italia, non solo attraverso partecipazioni societarie, ma anche nel mercato monetario dove piazza denaro in depositi bancari a breve termine, liquidita’ che potrebbe essere ritirata dalla stessa famiglia Gheddafi o da chi ne dovesse prendere il posto”, commenta un’altro operatore.

Sta di fatto che il rendimento del Bund decennale e’ sceso al 3,10%, quello del Btp decennale viaggia al 4,79%, lo spread di rendimento tra i due titoli, una misura del rischio-paese, e’salito a 169 punti. Venerdi’ scorso quando la rivolta in Libia non aveva ancora assunto i connotati di una guerra civile, lo spread era di 153 punti.Il futures sul Ftse Mib cede comunque l’1,2%, dopo aver perso l’1,95%. Si contratta al momento sslo sulle opzioni e sui derivati.

Negative intanto le altre borse del Vecchio Continente, con Londra che perde l’1,06%, Francoforte che fa -0,42%, Parigi -1,52%, Madrid -1,48; male anche Atene, con un ribasso del 2,7%. Il caos libico ha fatto sentire i suoi effetti anche sulle borse asiatiche.

La Borsa di Tokyo ha perso quasi il 2%, causa anche il taglio dell’outlook sul debitoe da parte di Moody’s: il giudizio è passato da “stabile” a “negativo”. Giù il Kospi coreano, che ha lasciato sul terreno il 2,2%. In calo anche i mercato australiano, di Taiwan, di Singapore, mentre l’indice azionario della Nuova Zelanda ha ceduto lo 0,9% dopo un terremoto potente che ha colpito la città di Christchurch. Decisamente male anche la borsa di Shanghai, scivolata del 2,62%.

Sul fronte valutario, gli operatori hanno deciso nelle ultime ore di scegliere le valute rifugio: l’apprezzamento del dollaro si è visto così nel contestuale calo dell’euro. Il rapporto tra le due valute sui mercati newyorchesi vede l’euro euro torna a riattestarsi sopra 1,36, a 1,3671 dollari, comunque ancora in ribasso. Contro il franco svizzero la moneta unica cede a 1,2868, mentre contro lo yen perde a 113,53. Il dollaro torna a scendere però anch’esso contro la valuta nipponica a 83,01.

Alle 13:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 cede 18,20 punti (-1,36%) a quota 1.324,20 punti.

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna -39 punti (-1,63%) in area 2.355,75.

Il contratto sull’indice Dow Jones flette di ben 109 punti a quota 12.266 (-0,88%).