Roma – Se da un lato resta al 12,5% il prelievo sui titoli di Stato, in altri casi la tassa aumentera’ passando al 20% nel 2012, nell’ambito di un accorpamento dell’aliquota dei redditi di natura finanziaria.
L’aliquota del 20% si applichera’ a interessi, premi e altri redditi di capitale, divenuti esigibili, nonche’ ai redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere dall’inizio di quest’anno. In precedenza le aliquote erano tre: 12,5%, 20% e 27%.
In una circolare diffusa ieri l’Agenzia delle Entrate ha chiarito i cambiamenti apportati alle tasse da pagare su risparmi e investimenti, precisando che l’accorpamento dell’aliquota si materializzera’ sia per i redditi di capitale e sia per i redditi diversi di natura finanziaria.
L’unificazione alla fonte e delle imposte sostitutive sui redditi di capitale intorno alle due misure del 12,50 e del 27%, avverra’ “a seconda che gli strumenti utilizzati rispondano o meno a finalita’ agevolative, nonche’ sull’applicazione dell’imposta sostitutiva del 12,50% sulle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate e sugli altri redditi diversi di natura finanziaria”, si legge nel comunicato.
Si avra’ dunque una cedolare secca sulle rendite finanziarie al posto delle attuali tasse al 12,50% o al 27,5%. L’intento e’ quello di incrementare la tassazione sul trading dei mercati azionari con particolare attenzione a quelli di natura speculativa.
Intanto oggi Attilio Befera, numero uno del Fisco, ha fatto sapere che l’anno scorso sono stati recuperati 12,7 miliardi dal Fisco: +15,5% rispetto al 2010 (11 miliardi). Annunciate inoltre nuove operazioni a caccia di evasori, sullo stile di quelle effettuate a Cortina d’Ampezzo.
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Quando si presentano delle eccezioni
La stessa Agenzia precisa le eccezioni alla nuove regola. «Per salvaguardare interessi di natura pubblica o meritevoli di tutela la norma ha escluso dall’applicazione dell’aliquota al 20% alcune tipologie di proventi e rendimenti». In particolare:
– i proventi dei titoli pubblici continuano a scontare l’aliquota del 12,5%, sia per i redditi di capitale (interessi e scarti di emissione), sia per i redditi diversi di natura finanziaria (capital gains), a patto che si tratti dei titoli indicati nell’articolo 31 del Dpr n. 601 del 1973, tra i quali, per esempio, i titoli del debito pubblico e i buoni postali;
– la stessa aliquota ridotta vale per i titoli emessi da enti sovranazionali o internazionali riconosciuti in Italia e i titoli di natura obbligazionaria, a prescindere dalla loro scadenza, emessi da Stati esteri presenti nella white list;
– regime di particolare favore, inoltre, anche per i titoli di risparmio dell’economia meridionale (i Trem bond), per i quali l’aliquota di tassazione degli interessi, dei premi e degli altri frutti resta al 5 per cento.
Affrancamento degli investimenti gia’ posseduti
Per la tipologia dei redditi diversi (quelli che sorgono alla vendita delle azioni, ad esempio) allo scopo di evitare che l’aumento dell’aliquota incida su quanto maturato antecedentemente al 1° gennaio scorso, è possibile affrancare il costo o il valore di acquisto dei titoli, delle quote e delle altre attività finanziarie possedute alla data del 31 dicembre 2011 (al di fuori dell’esercizio di un’impresa commerciale) versando l’imposta sostitutiva del 12,5 per cento.
Per poter usufruire di questa possibilità , ricorda l’Agenzia, il contribuente deve esercitare un’opzione entro il 31 marzo prossimo per i contribuenti in regime del risparmio amministrato, mentre l’opzione va esercitata in dichiarazione per i contribuenti che determinano il capital gain nella dichiarazione dei redditi.
Nel primo caso, le imposte vanno versate dall’intermediario entro il 16 maggio 2012; mentre nel caso l’opzione sia esercitata in dichiarazione il pagamento va effettuato dagli stessi contribuenti entro il termine previsto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi.