NEW YORK (WSI) – Fino a circa un anno fa, Shubham Banerjee, tredicenne americano di origine indiana, ignorava cosa fosse la scrittura Braille. Un anno dopo lo stesso adolescente non solo ha fondato una società, la Braigo Labs, che produce stampanti Braille, ma la sua start-up ha finito per attrarre il gruppo numero uno dei semiconduttori, Intel, che deciso di investire nel suo progetto.
Sebbene la cifra non sia stata diffusa, rumors della Silicon Valley parlano di centinaia di migliaia di dollari. Il nuovo round di finanziamenti ha finito per rendere Banerjee il più giovane imprenditore mai finanziato dai venture capitalist.
Tutto è iniziato quasi per gioco. “Quando ho scoperto il costo di una stampante Braille sono rimasto scioccato”, ha raccontanto il giovane imprenditore alla stampa americana. “Quello che volevo era semplicemente aiutare le persone con difficoltà visive. Avevo un kit di Lego Robotics, quindi mi sono chiesto: ‘Perché non provare?'”. Non è dunque un caso la scelta del nome della start-up: Braigo non è altro che la crasi tra “Braille” e “Lego”.
Una stampante in grado di creare i caratteristici segni in rilievo ha infatti solitamente un prezzo che si aggira intorno ai 2 mila dollari. Ne consegue che i testi in Braille finiscono per essere particolarmente costosi.
L’obiettivo del giovane imprenditore è quello di abbattere i costi si almeno 500 dollari. Secondo il suo sito, sono circa 285 milioni i non vedenti sul pianeta, di cui il 90% vivono in paesi industrializzati.
Con il finanziamento di Intel, Braigo Labs prevede di costruire un nuovo prototipo che assomiglia più di una stampante normale e portarla sul mercato entro il prossimo anno. Banerjee dice che non ha intenzione di espandersi in altre categorie di prodotti, ma a quanto pare le stampanti Braille sembrano essere solo una parte di un sogno più grande che ha in mente. “Da grande voglio fare l’ingegneria nel settore medicale quando,” dice candidamente. “E voglio finire l’università”.
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(MT)