NOVUSPHARMA IN BORSA PER FINANZIARE RICERCA

di Redazione Wall Street Italia
30 Ottobre 2000 09:14

Parte lunedì il collocamento di Novuspharma, società biotecnologica di Monza che opera nel campo della ricerca e dello sviluppo di componenti attivi per la cura dei tumori. Il collocamento si concluderà il 2 novembre mentre il debutto sul Nuovo Mercato è fissato per il 9 novembre.

Novuspharma opera in un settore di nicchia di tumori che non hanno ancora una cura standard. E’ il caso, per quanto riguarda i tumori non solidi e i linfomi, del linfoma non-Hodgkin recidivo e, per i tumori solidi, di quello al polmone in ricaduta.

Dal collocamento di 2,5 milioni di azioni, delle quali 2 milioni 50 mila da aumento di capitale, la società conta di rastrellare tra i 166 e i 216 milioni di euro.

“Ci quotiamo in Borsa innanzi tutto per raccogliere i fondi necessari per continuare la ricerca e la sperimentazione su quattro molecole”, ha spiegato Cesare Parachini, direttore finanziario di Novuspharma.

Oltre a questo obiettivo primario la società si ripromette di ampliare la gamma di prodotti acquistando licenze per altri composti utili contro varie forme di tumore. Circa il 30% del denaro raccolto in Borsa andrà poi a finanziare operazioni straordinarie: collaborazioni con altre aziende biotecnologiche, o acquisizioni di quote nelle in Clinical Research Organizations, società che seguono le fasi di sperimentazione clinica nei vari ospedali.

Attualmente Novuspharma è controllata al 77% da tre fondi: 3i, Atlas Venture e Sofinova. Le azioni già esistenti che andranno sul mercato fanno parte della loro quota. Il rimanente 23% è in mano al management, agli amministratori e a 40 dei 54 dipendenti. E’ previsto l’esercizio della green shoe. Il dividendo sarà distribuito quando la società andrà in utile. Il break-even sarà raggiunto nel 2003, secondo la società.

Al 30 giugno 2000 Novuspharma ha registrato una perdita di 8,7 miliardi di lire contro i 3,9 miliardi di lire segnati alla stessa data del 1999. Il margine operativo lordo è stato pari a 8,3 miliardi di lire contro i 3,5 rilevati al 30 giugno precedente. Il dato negativo, spiegano i dirigenti di Monza, non deve preoccupare: per il tipo di attività è logico che non ci siano utili. Va tutto in investimenti per la ricerca.

“Non c’è dubbio che per certi versi questa è una società sui generis – ha ammesso Parachini – poiché i costi sono stati sostenuti prima, mentre tutti i ricavi verranno dopo, sotto forma di royalties a due cifre che deriveranno dalla vendita dei farmaci sviluppati dalle grande aziende farmaceutiche dopo che noi avremo ceduto loro i componenti “.

Il vertice di Novuspharma è comunque convinto che il titolo “piacerà agli speculatori per la potenzialità di forti variazioni, ma sarà apprezzato anche dal piccolo risparmiatore perché in prospettiva, anche se non a brevissimo termine, la società è destinata a grossissimi risultati”.

In questa logica rientra la scelta di puntare “sulla strategia di nicchia”: l’approvazione da parte delle autorità sanitarie è in questi casi più veloce, e inoltre la procedura nel corso della sperimentazione è agevolata dal fatto che non è richiesta la comparazione con altri farmaci, perché non ne esistono ancora.