Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
Busta paga più pesante per le colf e le badanti occupate in famiglia. Due le novità economiche: la prima, appena scattata, è la rivalutazione dei minimi retributivi prevista dal contratto collettivo del lavoro che dopo due anni aggiorna automaticamente lo stipendio delle otto categorie in base all’indice del costo della vita (+3,2%).
Da aprile, invece, rincarano i contributi trimestrali da versare all’Inps: la seconda novità arriva quindi al momento della compilazione del bollettino del primo trimestre 2009, appuntamento “rompicapo” a cui le famiglie oggi possono adempiere non solo andando all’ufficio postale ma pagando comodamente dal computer di casa.
I due aumenti, che vanno in vigore quasi contemporaneamente, ritoccano sia le retribuzioni orarie sia gli stipendi mensili. L’impatto economico, a livello familiare, va calcolato caso per caso in base agli importi già concordati che sono generalmente parametrati alla categoria di riferimento, diversa per tipo di attività, esperienza professionale e specializzazione delle assistenti familiari. Per fare qualche esempio, il livello retributivo più basso è quello per la colf a ore che ha solo compiti di pulizia della casa, mentre un importo intermedio spetta a una domestica che ha anche mansioni di cura delle persone (prepara da mangiare o assiste anziani e bambini) fino al livello “super” delle badanti che vivono a tempo pieno e assistono anziani, anche non autosufficienti.
Le buste paga (retribuzioni e contributi Inps compresi) rincarano dall’8% al 14% secondo le caratteristiche e l’orario di lavoro (si vedano gli esempi in pagina).
Ma non è finita. La terza rivoluzione in arrivo riguarda chi decide in questo periodo l’assunzione di colf e badanti: i nuovi contratti possono essere comunicati solo all’Inps semplificando molto una procedura che finora aveva visto i datori di lavoro, spesso impreparati di fronte alle pratiche di un vero e proprio contratto di lavoro, obbligati a fare una comunicazione anche al Centro per l’impiego, all’Inail, e allo Sportello unico della Prefettura (in caso di lavoratici extracomunitarie). Per effetto del decreto anti-crisi, le comunicazioni relative ad assunzione, trasformazione e cessazione di ogni rapporto di lavoro dovranno essere presentate solo all’Inps – collegandosi al sito o telefonando al contact center (803.164) – e sostituiranno tutte le pratiche precedenti. Basta bollettini “rompicapo”, quindi, per i neo-datori di lavoro domestico: in seguito alle comunicazioni, l’Inps calcolerà i contributi dovuti e li comunicherà al datore di lavoro con l’invio di bollettini precompilati.
Semplificazione è dunque la mission voluta dal Governo proprio per aiutare le famiglie negli adempimenti burocratici. Con qualche accorgimento, semplificazione e trasparenza sono le due parole d’ordine che possono aiutare a mettere ordine in tutti i rapporti. Vediamo alcuni dei punti chiave del “codice”, con un’avvertenza: conviene sempre partire mettendo in chiaro diritti e doveri (fin dalla lettera di assunzione) e trovare un’intesa sul maggior numero di aspetti del negoziato tra le controparti (retribuzione, ma anche orario, riposi, ferie e straordinari).
Nell’assunzione di una colf o di una badante, soprattutto se dovrà assistere una persona anziana non autosufficiente, i momenti decisivi – ancora prima del contratto – possono rivelarsi la selezione e il colloquio. Nella fase della selezione si devono vagliare attentamente le caratteristiche e le referenze delle candidate, proposte dalle agenzie specializzate, dalle parrocchie o semplicemente dal “passaparola” tra parenti e vicini di casa. Altrettanto importante è il colloquio in cui si cerca di capire se c’è feeling e fiducia nella persona che si sta scegliendo e a cui saranno affidati i propri familiari.
Tutte le lavoratrici domestiche, italiane e straniere, al momento dell’assunzione devono consegnare al datore di lavoro una copia:
– dei documenti assicurativi e previdenziali (se sono già iscritti all’Inps e hanno già il relativo “codice”);
– del documento di identità personale non scaduto (carta di identità, passaporto, patente o altro documento analogo);
– di eventuali diplomi o attestati professionali specifici;
– del codice fiscale, da comunicare all’Inps per il versamento dei contributi.
– del permesso di soggiorno per lavoro se la lavoratrice è cittadina extracomunitaria.
Copyright © Il Sole 24 Ore. Riproduzione vietata. All rights reserved
parla di questo articolo nel Forum di WSI