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NON E’ ALLEATO DI FAZIO CHI DIFENDE BANKITALIA

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Il centrosinistra sta con la Banca d’Italia ma non con Antonio Fazio. Se mai la crisi politica dovesse subire una accelerazione con uno sbocco “tecnico” a guida dell’attuale Governatore o con la sua partecipazione, il consenso di oggi dell’opposizione intorno all’istituzione di Via Nazionale non si tradurrebbe automaticamente in un appoggio di carattere politico. I partiti dell’opposizione oggi condividono le diagnosi del Governatore, meno le terapie (basti pensare che Fazio chiede un’accelerazione della riforma delle pensioni già dalla scorsa legislatura). Piuttosto comune è poi l’idea che i poteri di vigilanza che Via Nazionale esercita nei confronti della banche non dovrebbero essere sommati a quelli di autorità antitrust.

Nel centrosinistra Fazio ha molti interlocutori, pochi amici, qualche nemico. Intanto non lo ama Romano Prodi. La matrice cattolica è comune, ma l’attuale presidente della Commissione Ue è uomo del Mulino, del dialogo, da sempre, con i comunisti; Fazio è culturalmente vicino ai gesuiti. E poi Prodi non può perdonare al Governatore di non averlo aiutano, abbassando i tassi, durante la faticosa conquista dell’euro. A cavallo tra il ’97 e il ’98, Prodi arrivò ad “odiare” il rigore del Governatore a non allentare le briglia. Non è tra gli amici di Fazio nemmeno Giuliano Amato. Tra di due c’è diffidenza, molta. Il dottor Sottile considera il Governatore un provinciale autodidatta e di ricambio non viene considerato affidabile.

E’ invece intenso ma non confidenziale il rapporto con Massimo D’Alema che dopo l’esperienza a Palazzo Chigi non ha interrotto il contatto con il Governatore. In particolare si scambiamo giudizi sulla situazione politica ed economica, ma anche consigli o osservazioni su libri. Il trait d’union è quell’Angelo De Mattia, oggi potente funzionario generale della Banca d’Italia, ma un tempo dirigente della Cgil e amico del padre di D’Alema.

Nessun rapporto si è mai costruito con Sergio Cofferati (fan, al contrario, di Carlo Azeglio Ciampi), durissimo e spesso isolato a sinistra nel reprimere le invasioni di campo del Governatore. Che oggi ha conquistato il sostegno – almeno per le sue critiche sull’andamento delle finanze pubbliche – del successore di Cofferati alla guida della Cgil, Guglielmo Epifani.
Piero Fassino ha un rapporto formale con Fazio. Ma le sue dichiarazioni a difesa dell’autonomia e del ruolo della Banca d’Italia sono sempre apprezzate a Palazzo Koch.

Enrico Letta sta con Fazio quanto all’analisi macro economica, al declino della competitività, alla crisi di produttività del nostro sistema; ma in parlamento, insieme a Giuliano Amato, ha presentato una proposta di legge non molto dissimile da quella di Bruno Tabacci (Cdu), nemico dichiarato di Fazio, che punta a separare l’attività di vigilanza sul sistema del credito da quella sulla concorrenza, oggi entrambe affidate alla Banca d’Italia.

Quando era al Tesoro, Vincenzo Visco subì lo stesso trattamento che oggi Fazio riserva a Giulio Tremonti. Nel 2000, in una riunione del G7, Visco paragonò il Governatore ai «corvi e avvoltoi», per il suo scetticismo sulle previsioni di crescita del governo. La ruggine è rimasta.

Non c’è alcun rapporto tra Fazio e il responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani. Ha invece lavorato insieme all’Ufficio studi l’economista Nicola Rossi, oggi deputato ds. Tra i due è rimasto un rapporto di stima reciproca. Molto stretto è il legame, anche personale, con il senatore ds Lanfranco Turci. Con Fazio, infine, sta certamente Natale D’Amico, senatore della Margherita, e già dirigente della Banca d’Italia.

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