“Nove milioni di italiani temono di dover attingere ai risparmi per affrontare il post-Covid”

Dopo svariate settimane di chiusura obbligata nelle proprie abitazioni crescono le preoccupazioni degli italiani, non solo sotto il profilo psicologico, ma anche economico. Secondo l’indagine condotta da Nomisma e Crif, che ha raggiunto un campione di mille italiani responsabili degli acquisti (età 18-65), il benessere mentale è peggiorato per il 58% degli intervistati. Appena due settimane fa lo affermava un più contenuto 48%. La maggioranza degli italiani (52%), poi, lamenta un peggioramento della forma fisica e cita, fra le rinunce più dolorose di questo periodo, quella di non poter vedere amici e parenti (32%), l’impossibilità di muoversi liberamente (25%), quella di dover intrattenere relazioni sociali solo a distanza (20%).
I timori sul versante economico
Consapevoli delle difficoltà che attendono l’economia italiana, gli italiani sono in molti casi preoccupati delle prospettive per il lavoro e il denaro. Il 32% degli italiani teme che nei prossimi 6 mesi non riuscirà a far fronte alle spese legate alle utenze, il 31% a quelle destinate ai servizi come assicurazioni e spese mediche e il 29% alle spese alimentari, scrive Nomisma-Crif; un italiano su quattro, teme, inoltre che nei prossimi mesi avrà difficoltà a pagare l’affitto o le rate del mutuo.
Sotto il profilo occupazionale il 13% degli intervistati afferma di essere in pensiero per l’eventualità di perdere l’impiego, mentre il 12% teme la chiusura della propria attività lavorativa.
Secondo i calcoli di Nomisma sarebbero 9 milioni gli italiani preoccupati di dover attingere ai propri risparmi per affrontare il contraccolpo del coronavirus sull’economia. Ben 12,7 milioni di italiani, infine, temono di non poter affrontare almeno 3 voci di spesa tra utenze, acquisti alimentari, per la casa o per l’auto, visite mediche o per servizi assicurati.
Cambiano le abitudini sui pagamenti
Rispetto a un mese fa ben il 40% degli italiani ha deciso di ridurre l’utilizzo dei contanti, e contemporaneamente, di fare maggiore uso delle carte prepagate (+32%) e carte di credito (+26%) e di debito (24%), così come i new digital payments (utilizzati con maggior frequenza dal 28% degli user).