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NEWSLETTER FINANZIARIE: DROBNY GLOBAL MONITOR

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Prima dell’11 settembre gli USA erano affetti da un problema di deflazione.

C’era un eccesso di debito, un eccesso di capacita’ produttiva, una sopravalutazione delle azioni e un incredibile eccesso di ottimismo tra il pubblico.

L’unica cosa che si manteneva attiva era il consumo e quello che sembra sempre di piu’ un bolla speculativa sulla proprieta’ immobiliare. Tuttavia i fatti dell’11 settembre hanno cambiato le prospettive in maniera inusuale.

Abbastanza stranamente riaffiora la possibilita’ di un ritorno dell’inflazione, non necessariamente causata da un eccesso di domanda.

Cresce il timore che siano proprio le autorita’ a fornire uno stimolo eccessivo al sistema economico. Misurare questa possibilita’ diventa pero’ un’impresa davvero difficile…

L’inflazione potrebbe essere generata per una via molto meno convenzionale come uno shock dell’offerta. Come quanto accaduto nel 1973-74 con lo shock su prezzi del petrolio, ironicamente anche in quell’occasione la cosa successe per gli sviluppi della situazione in medio oriente. Salirono i prezzi della produzione diretta ma la faccenda ebbe anche sviluppi indiretti destabilizzando i trasporti.

Il sistema dei trasporti e’ anche oggi in grande difficolta’. La distruzione dei palazzi ha tagliato lo stock di capitale. Inoltre c’e’ l’inevitabile crescita della quota governativa nell’attivita’ economica.

Tutto questo suggerisce che il tasso di inflazione ad ogni livello di attivita’ economica sara’ superiore a quello precedente all’11 settembre e che le prospettive per il mercato obbligazionario si fanno fosche.

In una situazione dove le azioni sono vulnerabili e la curva dei tassi e’ ripida, le obbligazioni sembrano il posto migliore dove parcheggiare la liquidita. Inoltre sembra che spesa pubblica impighera’ piu’ tempo a dispiegarsi rispetto alla deflazione privata.

Questo, ancora, dovrebbe permettere alle obbligazioni di performare abbastanza bene, almeno per ora. Tuttavia gia’ nel medio termine le prospettive per l’inflazione sembrano peggiorare, quindi e’ possibile che si stia entrando nella fase finale del rally obbligazionario.

Consideriamo, pero’, cosa potrebbe succedere se comincia una vendita massiccia sul mercato obbligazionario. Questo ucciderebbe davvero il mercato immobiliare, peraltro gia’ abbastanza ammaccato! Niente di tutto questo suona bene per le azioni, specialmente dato che un inflazione da offerta o da taglio dei costi tende a non aiutare la crescita dei profitti.

Non aiuta neanche una tendenza alla deflazione. Cio suggerisce che le posizioni corte sull’azionario sia piu’ corpose di quelle lunghe sull’obbligazionario. Tutto questo e’ in linea con l’idea che le prospettive future di lungo termine siano oggi piu’ che mai incerte, rendendo la valutazione degli investimenti a lungo termine meno attraente.

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(*) Andres Drobny e’ direttore della newsletter finanziaria “DrobnyGlobalMonitor”