16:03 lunedì 4 Aprile 2022

Wall Street a due velocità, Twitter fa scattare il Nasdaq. Rilascio riserve strategiche petrolio non basta, WTI +4%

Wall Street riparte a due velocità, con gli investitori che continuano a monitorare gli ultimi sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina, ma anche alle notizie arrivate oggi dal fronte M&A, che vedono protagoniste Twitter e Tesla.

Alle 16 circa ora italiana, il Dow Jones perde lo 0,11% a 34.781 punti; lo S&P 500 avanza dello 0,33% a 4.561, mentre il Nasdaq sale di oltre +1% a 14.413.

Nella giornata di ieri, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha riferito che, nei prossimi giorni, le nazioni occidentali colpiranno la Russia con ulteriori sanzioni.

L’attenzione degli investitori rimane focalizzata anche sull’inversione della curva dei rendimenti Usa nel tratto 2-10 anni, fenomeno che viene considerato anticipatore di fasi di recessione negli Stati Uniti.

La curva si è invertita in questo tratto la settimana scorsa per la prima volta dal 2019; al momento, i tassi sui Treasuries a 10 anni viaggiano al 2,379%, rispetto al 2,414% dei tassi dei Treasuries a due anni, confermando lo spread 2-10 anni negativo, dunque l’inversione della curva in quel tratto.

I tassi a cinque anni viaggiano attorno al 2,532%, livello superiore al 2,441% dei titoli di stato Usa a 30 anni.

“Crediamo che la curva si stia appiattendo a causa del timore che la Fed sia in ritardo nell’alzare i tassi e che, per questo, porti i tassi oltre il livello neutrale, fattore che danneggerebbe la crescita”, si legge in una nota ai clienti di TD Securities riportata dal sito Cnbc.

“I mercati azionari e obbligazionari continuano a inviare segnali contrastanti sull’outlook economico – ha scritto UBS in una recente nota ai clienti – Consigliamo cautela nell’interpretare in modo eccessivo qualsiasi segnale. Le inversioni della curva dei rendimenti hanno predetto storicamente fasi di recessione dopo un arco di tempo lungo e incerto. Allo stesso tempo, si sono smorzate le speranze sul cessate il fuoco (in Ucraina)”.

Riflettori puntati sul titolo Twitter, dopo la notizia resa nota dalla Sec, secondo cui Elon Musk, numero uno di Tesla, avrebbe rilevato una quota del 9,2% nella società di micro-blogging,pari a 73.486.938 azioni Twitter. Il titolo Twitter vola di oltre il 20%.

Tesla, in lieve ribasso, è sotto i riflettori anche per i dati relativi alle sue consegne di auto: il gigante EV ha annunciato di aver consegnato nel primo trimestre del 2022 un totale di 310.048 auto elettriche, rispetto alle 184.800 unità dello stesso periodo del 2021.

Resi noti anche i numeri sulla produzione, pari a 305.407 unità, rispetto alle 180.338 macchine prodotte nel primo trimestre dello scorso anno.

I veicoli Model 3 e Model Y hanno inciso sulle consegne totali del primo trimestre del 2022 per il 95%, per una quantità totale di 295.324 unità.

Il colosso gestito e fondato da Elon Musk ha prodotto 4.641 meno auto di quelle consegnate a causa, ha spiegato la stessa società, “delle continue difficoltà nella catena di approviggionamento e per le chiusure degli impianti”. Gli analisti avevano previsto in media consegne di 317.000 auto nel primo trimestre dell’anno, secondo i dati riportati da FactSet lo scorso 31 marzo.

Ad alimentare il timore di una stagflazione a Wall Street è anche la nuova fiammata dei prezzi del petrolio. Il contratto WTI balza di oltre il 4% oltre $103 al barile, mentre il Brent fa +3,30% a $107,84.

“Riuscirà il rilascio di barili dalle riserve strategiche (americane) a compensare il deficit provocato dalle sanzioni e dall’avversione dei buyer verso il petrolio russo? In una parola, no”, ha commentato Stephen Brennock, della società di broker PVM, riferendosi al grande annuncio con cui, la scorsa settimana, il presidente americano Joe Biden ha comunicato il rilascio di una quantità di riserve strategiche di petrolio fino a 1 milione di barili al giorno, negli Stati Uniti.

Il rilascio delle riserve strategiche andrà avanti per un periodo di sei mesi, per una quantità liberata che sarà complessivamente di 180 milioni di barili.

“E’ il più grande rilascio di riserve petrolifere della storia”, ha detto Biden, parlando di una mossa “senza precedenti”. Ma la mossa, evidentemente, non placa i timori del mercato, che ha paura che la quantità di petrolio in circolazione comunque non basti, senza la Russia.

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