USA, aumento delle offerte di lavoro a gennaio
A gennaio il mercato del lavoro negli Stati Uniti ha registrato un incremento delle offerte di lavoro, che sono salite a 7,74 milioni, rispetto ai 7,5 milioni di dicembre. Questo dato, superiore alle aspettative di 7,6 milioni, indica una ripresa nella domanda di lavoro. Tuttavia, se confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente, si osserva un calo di 728.000 unità, segnalando una dinamica di mercato complessa.
Secondo il Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS) del Dipartimento del Lavoro, il numero di assunzioni è rimasto quasi invariato a 5,4 milioni, mentre le dimissioni volontarie si sono attestate a 3,3 milioni. Anche i licenziamenti non hanno mostrato variazioni significative, stabilizzandosi a 1,6 milioni. Questi dati sottolineano un equilibrio nel mercato del lavoro, nonostante le fluttuazioni nelle offerte di lavoro.
Il confronto con l’anno precedente, in cui il livello medio delle offerte di lavoro era di 7,8 milioni, evidenzia un calo di 1,5 milioni nel 2024 rispetto al 2023.
Breaking news
A Wall Street, i mercati aprono in forte rialzo dopo le dichiarazioni di Trump sulla riduzione dei dazi cinesi e la conferma di Jerome Powell alla guida della Fed. Crescono Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq, mentre il petrolio Wti scende leggermente.
I tassi d’interesse sui mutui negli Stati Uniti hanno raggiunto il massimo da febbraio, causando un calo significativo nelle richieste di mutui. Secondo la Mortgage Bankers Association, il tasso medio su un mutuo fisso a 30 anni è salito al 6,90%, portando a una diminuzione delle domande di rifinanziamento del 20% e delle richieste di acquisto del 6,6%.
Boeing ha riportato una perdita netta inferiore alle previsioni per il primo trimestre, grazie alla ripresa delle consegne nel settore commerciale. Il fatturato è cresciuto del 18% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 19,50 miliardi di dollari, mentre la perdita netta è stata di 123 milioni di dollari, molto al di sotto delle aspettative degli analisti.
La Bce prevede un rallentamento della crescita salariale nel 2025, supportando le aspettative di un’ulteriore riduzione dell’inflazione e potenziali tagli ai tassi di interesse. Il tracciatore salariale della BCE prevede un aumento annuale dell’1,6% nel quarto trimestre, in calo rispetto al picco del 5,3% dell’anno scorso.