Semiconduttori: Micron in profondo rosso, pesa bando cinese
In profondo rosso ieri a Wall Street i titoli di Micron technology che hanno toccato una perdita del 5,54%. A pesare la notizia che un tribunale cinese ha temporaneamente vietato le vendite di chip della Micron, tagliando fuori la società statunitense dal mercato dei semiconduttori più grande del mondo.
In una sentenza in merito ad un brevetto a favore della rivale taiwanese United Microelectronics (UMC), la Corte popolare di Fuzhou della Repubblica popolare cinese ha emesso un’ingiunzione pregiudiziale che impedisce a Micron di vendere 26 prodotti.
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L’oro ha raggiunto un nuovo record storico a marzo, chiudendo a 2.254,80 dollari l’oncia, con un incremento complessivo del 9% nel mese, il maggiore dal luglio 2020. Questo aumento è stato influenzato dalle previsioni di taglio dei tassi della Federal Reserve.
Il colosso delle telecomunicazioni cinese Huawei ha annunciato un notevole aumento dell’utile netto e del fatturato nel 2023, superando le previsioni e raddoppiando i guadagni rispetto all’anno precedente.
Il termine ultimo per la presentazione delle liste di candidatura per il rinnovo del cda di Tim vede emergere figure di spicco e piani strategici innovativi. Tra i nominati, Umberto Paolucci e Stefano Siragusa, con il fondo Merlyn Partners che propone un riorientamento aziendale verso tecnologie avanzate.
Gli esperti di S&P hanno pubblicato un rapporto sull’outlook globale, prevedendo che le principali banche centrali manterranno tassi d’interesse più alti per un periodo esteso. Prevedono iniziative di taglio dei tassi a metà del 2024, con una crescita globale stimata al 3,2% per il prossimo anno.