11:21 lunedì 2 Maggio 2022

Oltre un quarto delle aziende quotate studia la trasformazione in società benefit o B Corp

Oltre l’80% delle imprese quotate intende essere sostenibile sotto i profili economico, sociale e ambientale. E più di un quarto sta valutando la possibilità di trasformarsi in società benefit o di acquisire la certificazione B Corp. Lo rileva lo studio “Le Società Benefit come possibile modello di sviluppo anche per le società quotate”, presentato nel corso di un evento organizzato da Deloitte e condotto dall’ESG European Institute. La ricerca, realizzata attraverso un questionario sottoposto a un campione rappresentativo di aziende quotate e a una serie di interviste svolte con i principali operatori di mercato, indaga l’orientamento rispetto al modello società benefit da parte delle società quotate e degli altri soggetti rilevanti del mercato, come investitori istituzionali, proxy advisor, associazioni di categoria, banche d’affari e società di consulenza strategica.

Cosa sono le B Corp

Nel 2006 è nata negli Stati Uniti l’organizzazione non-profit B Lab, che promuove la diffusione a livello globale del movimento delle Benefit Corporation (B Corp) e delle società benefit: un nuovo modello di business che concilia, nell’ambito degli scopi previsti nell’oggetto sociale, oltre al naturale perseguimento del profitto e quindi dello scopo di lucro, anche il bene comune (con impatti positivi, ad esempio, sull’ambiente, sul progresso sociale o sul benessere della collettività su cui l’attività d’impresa può generare ricadute), a  beneficio quindi non solo dei soci ma anche di tutti gli stakeholder coinvolti.

Cosa sono le società benefit

Le società benefit sono state introdotte nel nostro ordinamento dalla Legge di Stabilità del 2016. Quest’ultima le definisce come le società che “nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi”. La disciplina delle società benefit non introduce deroghe alle previsioni codicistiche applicabili alle società ordinarie, ma si colloca all’interno del quadro normativo esistente, imponendo il rispetto di alcuni requisiti aggiuntivi.

Nel dettaglio, le società benefit sono valutate per la generazione del loro impatto sono: governo d’impresa, lavoratori, ambiente e altri portatori di interesse. Inoltre, a tali aziende si applicano sia la disciplina sulla pubblicità ingannevole, sia le disposizioni del Codice del Consumo, con particolare riguardo alle norme in materia di pratiche commerciali scorrette. Sebbene il tema della sostenibilità sia sempre più oggetto di dibattito e di proposte legislative a livello nazionale e comunitario, tra le società benefit e B Corp si riscontra una quasi totale assenza di società quotate in mercati regolamentati.

Società benefit o B Corp: gli atteggiamenti delle aziende quotate

Lo studio dall’ESG European Institute rileva che le aziende hanno tre orientamenti: il primo, maggioritario, vede con favore l’eventuale acquisizione dello status di società benefit da parte delle grandi società quotate, anche in virtù di un effetto traino esercitabile sulle pmi; il secondo esprime una posizione neutrale, in attesa delle nuove indicazioni comunitarie contenute nella Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD); il terzo, minoritario, è invece sfavorevole, ritenendo già presenti strumenti adeguati a dimostrare l’impegno di un’azienda in termini di sostenibilità.

Queste ultime temono l’insorgenza del diritto di recesso in seguito alla modifica dell’oggetto sociale, l’assenza di benefici o agevolazioni a fronte dell’onerosità delle strutture interne di monitoraggio della finalità benefit, ma anche le incertezze collegate a una normativa poco chiara. Rispetto alle B Corp, preoccupa particolarmente l’obbligo di diventare società benefit in seguito all’acquisizione della certificazione e si considera l’assessment complesso e oneroso.

Trasversalmente si rileva un orientamento favorevole nel caso di società di piccole e medie dimensioni e la convinzione che la forma di società benefit, indipendentemente dalle dimensioni e quotazioni della società, non comporti di per sé il rischio di politiche dei dividendi o risultati peggiori.

Qualche esempio di società benefit: AGF88 Holding, Deloitte, Reale Group

Tra le società benefit rientrano il colosso americano della consulenza Deloitte, il produttore italiano di cosmetici per la pelle e i capelli AGF88 Holding e la compagnia assicurativa italiana Reale Group.

Barbara Pontecorvo, Head of Deloitte Legal Società Benefit Task Force, ha commentato: “La normativa italiana che ha introdotto le società benefit nel nostro ordinamento rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende italiane di coniugare in modo virtuoso il proprio scopo di lucro con un beneficio in favore del territorio, delle persone e dell’ambiente in cui operano”. Ricordiamo che Deloitte è stata la prima delle Big Four (le maggiori società di consulenza al mondo) a trasformarsi in società benefit, “segnando la strada ad altri grandi gruppi che vorranno seguirne l’esempio”, ha evidenziato Franco Amelio, Deloitte Leader Sustainability.

Virginia Antonini, direttrice della sostenibilità e della comunicazione istituzionale di Reale Group, ha spiegato: “La qualifica di società benefit arricchisce il nostro essere mutua che è il nostro purpose. La capacità di generare impatti intenzionali positivi è condicio sine qua non della perennità delle aziende sul mercato, siano esse piccole, grandi o medie, quotate o non”.

Afsoon Neginy, coo Business and Sustainability Director di AGF88 Holding, ha concluso: “Nello scorso 2021 siamo infatti diventati società benefit, epilogo di un percorso già tracciato nel DNA dell’azienda da anni. Oggi Il mercato è senz’altro pronto ad accogliere le iniziative ESG, la vera sfida quindi è riuscire a mettere in pratica concretamente in azienda il nuovo modo di lavorare e cambiare la cultura aziendale in tutti i suoi reparti”.

 

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