15:51 giovedì 26 Maggio 2022

Greenwashing nel mirino della SEC, verso nuove regole per l’identikit degli investimenti ESG

La Securities and Exchange Commission (SEC) scende in campo per contrastare il “greenwashing”. La Consob americana ha messo in chiaro dei parametri precisi per regolamentare il mondo dei prodotti ESG, ovvero “Environmental Social and Governance”, dopo tanti anni in cui l’industria ha funzionato senza standard concreti.

La crescita degli investimenti etichettati sostenibili è stata esponenziale negli ultimi anni. I fondi ESG sono fondi comuni di investimento o fondi negoziati in borsa (ETF) che includono società che affermano di raggiungere obiettivi per ridurre i cambiamenti climatici, ridurre le emissioni di carbonio, più corporate governance e giustizia sociale. L’emissione di queste attività è salita a $ 1,6 trilioni nel 2021, con un mercato totale superiore a $ 4 trilioni. Bloomberg ha stimato che gli asset ESG arriveranno almeno a 53 trilioni di dollari entro il 2025.  Una crescita vigorosa, anche legata al cambio di qualifica di prodotti già esistenti.

La Securities and Exchange Commission ha proposto modifiche alle regole e ai moduli di segnalazione per promuovere informazioni coerenti, comparabili e affidabili per gli investitori sull’incorporazione di fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) da parte di fondi e consulenti. Le modifiche proposte si applicherebbero a determinati consulenti per gli investimenti registrati, consulenti esenti dalla registrazione, società di investimento registrate e società di sviluppo aziendale.

“Sono lieto di sostenere questa proposta perché, se adottata, stabilirebbe requisiti di informativa per i fondi e i consulenti che si commercializzano come aventi un focus ESG”, ha affermato il presidente della SEC Gary Gensler. “ESG comprende un’ampia varietà di investimenti e strategie. Penso che gli investitori dovrebbero essere in grado di approfondire per vedere cosa c’è sotto il cofano di queste strategie. Questo arriva al cuore della missione della SEC di proteggere gli investitori, consentendo loro di allocare il proprio capitale in modo efficiente e soddisfare le proprie esigenze”.

Le proposte della SEC

Nel dettaglio sono state fatte due proposte concrete per regolamentare l’industria degli investimenti green.

La prima proposta farebbe rientrare i fondi nella Names rule ,che da circa vent’anni impone agli strumenti di investimento che richiamano nel nome una determinata industria, o geografia o tipologia, di investire in modo conseguente almeno l’80% delle loro attività.

Presto anche i fondi con “Esg” nel nome, o simili declinazioni, dovranno attenersi. Specularmente, tutti i fondi che integrano i fattori Esg tra altre politiche di investimento “non potranno usare la definizione Esg nei nomi”.
 
La seconda proposta, simile a quelle introdotte in Europa dalla direttiva Sfdr, richiederà i fondi investiti secondo criteri Esg di fornire più informazioni sulla strategia, e sulla misurazione dei loro obiettivi nei tre comparti ambiente, governance e sociale. Per quelli specializzati in sostenibilità ambientale saranno previste informazioni sulle emissioni di anidride carbonica delle aziende in portafoglio.
 
“Secondo la proposta, un fondo che considera fattori ESG  accanto ma non più centralmente di altri fattori non ESG nelle sue decisioni di investimento non sarebbe autorizzato a utilizzare la terminologia ESG o simile nel suo nome – commenta Donato Calace di Datamaran, società di monitoraggio informatico dei rischi Esg  – . Ciò sarebbe definito materialmente ingannevole o fuorviante. Per tali “fondi di integrazione”, i fattori ESG non sono generalmente più significativi di altri fattori nel processo di selezione degli investimenti, in modo tale che i fattori ESG potrebbero non essere determinanti nel decidere di includere o escludere un particolare investimento nel portafoglio.
 
“Gli operatori che da tempo dicevano: guardiamo all’Europa degli investimenti ESG per capire cosa accadrà negli Usa, non avevano tutti i torti – aggiunge Calace – . LaNames rule non è articolata come la tassonomia Ue sugli investimenti, ma implica una prima definizione legale per i criteri di sostenibilità. Se un fondo con un nome Esg deve investire l’80% degli attivi secondo criteri Esg, devo sapere cosa significa, o non potrò verificare se opera correttamente”.
 
La nuova proposta, secondo quanto riportato dal Financial Times, dovrebbe essere messa ai voti mercoledì prossimo.

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