15:34 venerdì 18 Marzo 2022

Eni aumenta il dividendo e accelera su decarbonizzazione

ENI vara una politica dividendi più generosa contando su quotazioni del petrolio che si manterranno a livelli elevati. Il gruppo del Cane a sei Zampe ha anche varato un buyback da 1,1 miliardi di euro che potrà aumentare in presenza di scenari favorevoli sul fronte quotazioni Brent. Il nuovo piano 2022-2025 pone poi l’accento sul un percorso a tappe più serrate verso la decarbonizzazione.

Il dividendo complessivo annuale aumenta a 0,88 euro per azione dagli 0,86 euro precedenti. L’entità della cedola è sulla base del prezzo di riferimento del Brent tra 80 e 90 $ al barile. Novità sul fronte stacco cedola: il dividendo sarà corrisposto in quattro rate trimestrali paritarie a settembre 2022, novembre 2022, marzo 2023 e maggio 2023. Eni lancerà anche un programma di acquisto di azioni proprie (buyback) pari a 1,1 miliardi di euro e aggiornerà la propria valutazione sullo scenario relativo al programma di buyback a luglio e ottobre. In presenza di scenari di prezzo del Brent superiori a 90$ al barile, Eni procederà ad aumentare gli acquisti di azioni proprie per un ammontare pari al 30% del Free Cash Flow incrementale associato.

ENI accelera verso decarbonizzazione, -80% di emissioni entro 2040

Il piano 2022-2025, presentato oggi alla comunità finanziaria da Claudio Descalzi, prevede la riduzione delle emissioni scope 1, 2 e 3 del 35% entro il 2030 e dell’80% entro il 2040 rispetto ai livelli del 2018 (rispetto agli obiettivi di -25% e -65% del precedente piano); le emissioni scope 1 e 2 verranno tagliate del 40% entro il 2025 (rispetto ai livelli del 2018) e raggiungimento delle zero emissioni nette entro il 2035, in anticipo di cinque anni rispetto al precedente piano; nuovi obiettivi anche per le emissioni scope 1 e 2 relative all’upstream: -65% entro il 2025 rispetto al 2018 in linea con l’obiettivo, confermato, delle zero emissioni nette entro il 2030.

Il 30% degli investimenti del gruppo Eni saranno dedicati alle nuove energie entro il 2025, per poi salire al 60% entro il 2030 e fino all’80% al 2040.

Il Piano 2022-2025 presentato oggi da ENI prevede nell’upstream una produzione con una crescita media del 3% all’anno e pari a 1,7 milioni di barili equivalenti al giorno nel 2022; 1,66 Mboe/d nel primo trimestre del 2022; verso un plateau di circa 1,9 Mboe/d nel 2025. La componente gas crescerà progressivamente sino al 60% al 2030 e oltre il 90% dopo il 2040 e nel contempo l’olio si ridurrà nel medio e lungo termine. Il capex per l’upstream prevede circa 4,9 miliardi nel 2022; 4,5 miliardi in media nel corso del piano (esclusi i soggetti valutati con il metodo del patrimonio netto). Nell’upstream il Free Cash Flow organico cumulativo (post capitale circolante) è indicato a circa 29 miliardi di euro nell’ambito del piano.

Guerra Ucraina, Eni risponde con oltre 14 trilioni di piedi cubi di risorse addizionali di gas

“La guerra in Ucraina ci sta costringendo a vedere il mondo in modo diverso da come lo conoscevamo. Si tratta di una tragedia umanitaria, che ha generato nuove minacce alla sicurezza energetica e alla quale dobbiamo fare fronte senza abbandonare le nostre ambizioni per una transizione energetica equa”. Così si è espresso Claudio Descalzi, amministratore Delegato di Eni, nel giorno della presentazione del piano 2022-2025.

“La nostra strategia ci ha consentito di essere pronti ad affrontare questa sfida – aggiunge Desclazi – . La nostra risposta immediata alla crisi attuale è stata quella di ricorrere alle nostre alleanze consolidate con i Paesi produttori per reperire fonti sostitutive di energia da destinare alle necessità europee. Siamo in grado di rendere disponibili sul mercato oltre 14 TCF (trillion cubic feet) di risorse addizionali di gas nel breve e medio termine. Queste azioni affiancano il nostro impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi decarbonizzati, che ci consentono di garantire la sicurezza energetica e la riduzione delle emissioni, proponendo ai nostri clienti un’ampia offerta di prodotti e servizi energetici decarbonizzati”. 

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