New York – Per la prima volta nella storia, si è aperto sull’Artico un buco nello strato di ozono di dimensioni pari a tre volte la superficie della Germania.
Provocato da un freddo eccezionale al Polo nord, questo buco si è spostato per un paio di settimane sopra i cieli dell’Europa dell’Est, della Russia e della Mongolia, le cui popolazioni sono state esposte a livelli elevati di raggi ultravioletti.
“Per la prima volta, la diminuzione è tale perché si possa ragionevolmente parlare di buco dell’ozono in Artico”, si legge nello studio pubblicato ieri dalla rivista scientifica britannica Nature.
L’ozono, una molecola composta da tre atomi di ossigeno, si forma nella stratosfera, dove filtra i raggi ultravioletti che potenzialmente sono in grado danneggiare la vegetazione e gli esseri umani, causando in particolare tumori della pelle e cataratte.
Questo scudo naturale è regolarmente attaccato, a livello dei due Poli, in inverno e in primavera, in parte a causa dei clorofluorocarburi utilizzati dlall’uomo per esempio con i sistemi di refrigerazione e con gli aerosol. Grazie al protocollo firmato nel 1985 a Montreal la produzione di Cfc è ormai quasi inesistente.
Sarebbe quindi il freddo intenso il fattore principale della distruzione dell’ozono. Normalmente il buco dell’ozono è molto più marcato al Polo Sud (Antartide) che al Polo Nord (Artico).