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NASDAQ: P/E ANCORA TROPPO ALTO

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L’indice Nasdaq e’ ancora troppo caro. Secondo dati di Thomson Financial il 16 maggio l’indice veniva scambiato a 56,6 volte il P/E (rapporto prezzo utili) relativo agli utili previsti per i prossimi 12 mesi; certamente al di sotto dei massimi di 81 volte del marzo 2000, ma ben al di sopra del livello del 1998 e 1999.

Anche i gestori piu’ ottimisti, quindi – nonostante il recente rally che ha portato il Nasdaq a guadagnare il 40% dai minimi rimanendo pur sempre il 55% in meno dei massimi del marzo 2000 – stanno puntando la loro attenzione sulle valutazioni.

“Si e’ probabilmente raggiunto il fondo lo scorso mese” ha commentato Craig Callahan dell’Icon Information Technology Fund, “sembra quindi che questo rally possa continuare”. Il gestore, pero’ non prevede che le valutazioni raddoppino o triplichino come in passato: gli high tech rimangono sottovalutati di solo il 20%.

Anche Walter Casey del fondo One Group Technology e’ cauto: “non dovremo essere tanto euforici per la ripresa da un crollo cosi’ pronunciato – ha ricordato – alcuni prezzi del settore high tech hanno iniziato a riflettere una forte crescita, ma non sono certo che quella sia la direzione intrapresa”.

La valutazioni degli high tech rimane pertanto un problema per Alan Lowestein del John Hancock Technology Fund.
Recentemente il gestore ha rivisto il suo portafoglio, cercando di puntare su societa’ quali Veritas Software (VRTS – Nasdaq), Ciena (CIEN – Nasdaq) e Micron Technologies (MU – Nyse).
Quest’ultimo, uno dei maggiori produttori di chip DRAM – dynamic random-access memory – al mondo, attorno ai $40 e’ ancora in ribasso di oltre il 50% rispetto ai massimi ma viene scambiato a 155 volte le previsioni di utili 26 centesimi per quest’anno.
Poiche’ Micron, come titolo ciclico, dimostra enormi variazioni negli utili, Lowestein pensa che, trovandosi all’inizio di un nuovo ciclo di tre anni per i chip, possa salire a 20 volte gli utili massimi di $5 ad azione, portando il target di prezzo a $100.

Anche Veritas Software e VeriSign (VRSN) meriterebbero, secondo il gestore, un premio in quanto leader di settore, anche se entrambe le valutazioni sono ancora elevate.

Veritas viene scambiato a 66 volte le stime sui profitti del 2002 contro un previsto tasso di crescita di 36% e VeriSign e’ scambiato a 60 volte contro un tasso di crescita per il 2002 del 69%.

“E’ vero che il clima dell’industria di software dovrebbe migliorare grazie alla rapida evoluzione dell’Internet” nota Standard & Poor’s, “ma il tasso di crescita per queste societa’ non puo’ ripetere quello del 1999 e 2000”.