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NASDAQ: DECLINO SIMILE A QUELLO DEL GIAPPONE?

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L’andamento del mercato americano comincia sempre piu’ ad assomigliare a quello al ribasso delle borse giapponesi e, dopo le ultime due settimane di cali, il Nasdaq Composite e l’S&P 500 sono tornati ai livelli toccati per la prima volta nel 1998.

Se il mercato azionario non si riprendera’ nel 2002 – come molti analisti credono – gli investitori si troveranno davanti quattro anni di crescita zero. Non solo! Alcuni cominciano persino a paragonare il mercato USA con quello giapponese, in flessione da 11 anni.

“Il Nasdaq sta comportandosi come il Nikkei – e’ il parere di Mark Headley, manager del Matthews Japan Fund – Gli investitori americani sembrano essersi abituati ad avere una ripresa dopo un calo, ma sfortunatemente non e’ sempre quello che accade sui mercati”.

Secondo Gary Motyl di Templeton Institutional Equities, la situazione in Giappone e’ comunque peggiore e le societa’ stanno cercando di evitare misure drastiche, come ad esempio massicci licenziamenti. Si aggiunge a questo il fatto che le banche si stanno solo ora riprendendo dai massicci prestiti emessi negli anni Ottanta.

Nonostante cio’ la situazione nel Paese del Sol Levante mostra come le cose possano degenerare dopo una bolla di mercato. L’indice Nikkei e’ precipitato ai livelli del dicembre 1984, quando gli indici americani erano di circa il 90% inferiori.

Ecco altre similitudini con il Giappone:

> Effetto nullo di massicci tagli ai tassi d’interesse: il Giappone ha ridotto i tassi vicino allo zero ma sia economia che mercati rimangono ‘senza vita’. Per contro, la Federal Reserve si dovrebbe apprestare a tagliare i tassi per la settima volta dall’inizio del 2001, ma i mercati americani continuano a collassare: il Nasdaq e’ il 63% sotto i massimi del marzo 2000 (il Nikkei e’ il 71% sotto i massimi del 1989) e tutti i principali indici di borsa negli USA sono in calo dal primo taglio della Fed il 3 gennaio scorso. Nella storia USA vi sono stati solo sette casi in cui il costo del denaro e’ stato ridotto per ben sei volte di seguito; secondo James Stack, presidente di InvesTech Research, solo una volta – all’inizio della depressione del 1930 – gli indici sono stati in calo per i 6-12 mesi successivi.

> Tassi d’interesse piu’ bassi dovrebbero incoraggiare le spese e i prestiti, ma secondo quanto dice James Paulsen di Wells Capital Management, le banche stanno restringendo i prestiti preoccupate dal fatto che i debitori non saranno in grado di ripagarli.

VEDI:
USA: MERCATI IGNORERANNO MOSSA FED?