La reazione delle case discografiche americane alla proposta di accordo di Napster e’ decisamente negativa. Le major spingono perche’ Napster semplicemente blocchi la diffusione di brani musicali protetti da copyright.
Il Presidente della ‘Recording Industry Association of America’, l’associazione di etichette musicali e societa’ di produzione del settore, sostiene che fermare la diffusione libera “sarebbe molto piu’ efficace che cercare di impegnarsi in trattative d’affari tramite i media”.
Universal Music Group, una delle major discografiche, ha fatto sapere tramite i suoi portavoce che “e’ responsabilita’ di Napster presentarsi alla comunita’ musicale con un modello d’affari accettabile e un sistema che protegga gli artisti e i diritti d’autore. Nulla di quanto abbiamo ascoltato in passato o di quanto abbiamo ascoltato oggi suggerisce che siano gia’ in grado di raggiungere questo obbiettivo”.
Ancora piu’ dura la reazione di AOL Time Warner. Per bocca del co-direttore generale Richard Parsons, la piu’ grande societa’ media del mondo rifiuta l’idea di permettere a Napster di distribuire materiale dal suo catalogo, che contiene piu’ di un milione di canzoni.
“Noi dividiamo il mondo in due tipi di persone: quelle che rispettano i diritti dei creatori e dei proprietari di beni intellettuali per determinare come e quando i loro beni vengano utilizzati, e quelli che non lo fanno – ha detto Parsons – Napster e le altre atttivita’ del genere appartengono alla seconda categoria”.
Questa mattina Napster aveva avanzato una proposta di accordo quinquennale con le case disografiche, dicendosi pronta a riconoscere $150 milioni all’anno alle cinque major (Sony, AOL Time Warner, EMI, BMG e UMG) e $50 milioni all’anno alle etichette indipendenti, per un totale di $1 miliardo.
Il progetto di Hank Barry, amministratore delegato del sito musicale, e’ di far diventare Napster un servizio a pagamento, con un abbonamento mensile di $5,95 – $9,95 che permetta agli utenti di scaricare liberamente brani musicali, per poi riconoscere a parte alle case musicali i diritti d’autore.