(9Colonne) – Napoli, 6 lug – Da An al Pd? Può succedere, ed è successo. Il protagonista – racconta Il Mattino – è Vincenzo (Vinni) Auricchio, imprenditore, in un passato recente iscritto ad Alleanza nazionale, indicato da An nel Cda Bagnolifutura, e ora nel comitato promotore del Partito democratico. “Mi iscrissi ad An – racconta Auricchio – quando Gianfranco Fini aprì il partito alla società civile. Credetti in quella svolta, e pensai di dare il mio contributo. Poi, quell’apertura è stata rinnegata dalle candidature alle ultime politiche”. Perché la scelta del Pd? “Mi sembra l’inizio di un nuovo scenario in un sistema politico bloccato. È un’iniziativa che dà una scossa, è l’unico fatto innovativo degli ultimi cinque, sei anni. E visto come siamo messi male ho deciso di prendere parte a questa sfida”. Da imprenditore, da componente esterno del comitato promotore, quale apporto pensa di dare al Pd? “Sono da tempo impegnato nel sistema dello sviluppo locale, da Bagnoli a Napoli Est. Spero di poter essere utile in questo senso”.
Iscriviti alla Newsletter per rimanere sempre aggiornato sul mondo dei mercati, dell'economia e della consulenza finanziaria.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Ti potrebbe interessare
Una ricerca evidenzia che i risparmiatori Usa che si affidano ai consulenti finanziari investono meglio e risparmiano di più per la pensione
L’attacco della Cgia di Mestre: in Italia c’è un trattamento fiscale che “penalizza” i piccoli e “favorisce” i giganti. E le cose non sono destinate a migliorare con l’introduzione della Global minimum tax.
Trump propone una tassa del 15% sulle società per “salvare l’industria automobilistica americana” e minaccia tariffe del 1000% sulle importazioni.