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Nancy Pelosi dichiara che non visiterà Taiwan. Ma i media locali la smentiscono

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Resta un giallo la visita in Asia di Nancy Pelosi. La presidente della Camera degli Stati Uniti, in missione da oggi nel continente asiatico, secondo una dichiarazione ufficiale  non farà scalo a Taiwan, isola rivendicata dalla Cina.

Alla notizia che il viaggio avrebbe incluso una sosta a Taiwan, la Cina ha subito minacciato una dura risposta militare. Gli stessi media cinesi avevano sparato a zero contro l’ipotesi che Pelosi potesse visitare l’isola “ribelle”. Pelosi s è affrettata a dichiarare ufficialmente che non si recherà a Taiwan. Tuttavia,  i media di Taiwan, tra cui l’emittente televisiva Next Tv, citano una propria “notizia esclusiva” riguardo all’arrivo di Pelosi sull’isola. Secondo quanto scrivono, Pelosi potrebbe visitare Taiwan già a partire dalla notte di domani, per poi incontrare la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, il 3 agosto.

La reazione della Cina

Non ci sono per ora conferme ufficiali da parte di Taiwan sulla visita che sta fortemente innervosendo Pechino, e contro cui la Cina promette di ricorrere a “misure decise e forti”, avvertendo gli Stati Uniti che l’Esercito Popolare di Liberazione cinese “non starà mai a guardare” la visita di Pelosi.

“Non importa dal punto di vista del diritto internazionale o della moralità internazionale, è legittimo e necessario che la Cina salvaguardi la propria sovranità nazionale e l’integrità  territoriale dalla provocazione”, ha tuonato il Global Times in un editoriale dai toni e dalla retorica aggressivi. L’Esercito popolare di liberazione (Pla) “monitorerà in modo tempestivo l’aereo di Pelosi. Se viene trovato in volo verso il nostro spazio aereo, i caccia della Pla potrebbero avvisare, seguire, intercettare, interferire elettronicamente, forzare un atterraggio o respingerlo. In questo processo possono verificarsi eventuali conseguenze e la responsabilità ricade interamente sugli Stati Uniti”, ha scritto il Quotidiano del Popolo.

Le tappe del viaggio in Asia di Pelosi

La speaker della Camera americana è intanto atterrata a Singapore questa mattina alle 4.30 (ora locale) alla guida di una delegazione formata da cinque parlamentari democratici. Durante la sua visita ufficiale a Singapore Nancy Pelosi si incontrerà con il presidente Halimah Yacob, il primo ministro Lee Hsien Loong e alcuni ministri di gabinetto. Seguiranno incontri in Malesia, Corea del Sud e Giappone.

Scopo del viaggio è “riaffermare l’impegno irremovibile degli Stati Uniti nei confronti di alleati e amici nell’Indo-Pacifico”. Pace, sicurezza, crescita economica, commercio internazionale, cambiamento climatico e diritti umani saranno i temi di discussione durante le visite. “Un Indo-Pacifico libero e prospero gioverà non solo agli Stati Uniti ma anche al mondo intero”, ha dichiarato la speaker della Camera Usa.

Pompeo: “Bullizzati dalla Cina”

Il dietrofront ufficiale di Pelosi a Taipei non è andato giù all’ex segretario di stato Mike Pompeo, che ha attaccato il presidente Joe Biden. “Permettere che l’America sia bullizzata dalla propaganda cinese proprio dopo che il presidente Biden ha avuto una lunga conversazione con il Xi Jinping, invierebbe un messaggio molto negativo ai nostri amici nella regione: gli australiani, i sudcoreani ed i giapponesi” ha detto l’ex segretario di Stato, che ha criticato l’amministrazione Biden per non aver sostenuto l’ipotesi della visita di Nancy Pelosi a Taiwan. “Io non sono molto spesso d’accordo con la speaker Pelosi, ma lei aveva mostrato chiaramente che voleva visitare, per sua iniziativa, Taiwan, una nazione indipendente e sovrana, ora l’amministrazione Biden dice che non sarebbe una cosa intelligente” ha aggiunto in un’intervista televisiva.

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