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MUTUI: TASSI FISSI IN ITALIA PIU’ ALTI CHE IN EUROPA

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Rallentano i mutui alle famiglie per l’acquisto della casa dal 2006, mentre aumenta il livello di sofferenza delle banche che si è portato ai livelli più alti dal 2000: “nel terzo trimestre di quest`anno il flusso delle nuove sofferenze rettificate in rapporto alla consistenza dei prestiti alla fine del periodo precedente ha raggiunto l`1,5 per cento per le famiglie consumatrici (dallo 0,9 nel periodo corrispondente del 2008): questo è il valore più elevato dal 2000”. È quanto emerge da uno studio della Banca d’Italia, ‘L`andamento del mercato immobiliare italiano e i riflessi sul sistema finanziario’.

“Il rallentamento dei mutui – spiega la Banca d’Italia – è ascrivibile prevalentemente ai mutui alle famiglie, la cui espansione (corretta per l`effetto contabile delle cartolarizzazioni) si è affievolita, fino al 2,9 per cento nello scorso ottobre. Nell`area dell`euro l`andamento del credito alle famiglie per l`acquisto di abitazioni è negativo, seppur di poco.
La decelerazione dei mutui registrata in Italia riflette in parte la debolezza ciclica della domanda di credito. Vi hanno contribuito, sino all`estate del 2008, i rialzi dei tassi di interesse, nonché, nel periodo più recente, l`irrigidimento dei criteri di offerta di prestiti da parte delle banche, in relazione all`aggravarsi della crisi finanziaria”.

Tuttavia la Banca d’Italia sottolinea come “dall`autunno del 2008, in seguito alla riduzione dei tassi ufficiali e al conseguente generale calo dei rendimenti di mercato, in Italia il costo dei nuovi mutui è sceso in misura considerevole; rispetto al picco di agosto 2008 i tassi sono oggi inferiori di 3,4 punti percentuali per i prestiti a tasso variabile e di 1,1 punti per quelli a tasso fisso. Il confronto tra il costo dei mutui in Italia e nell`area dell`euro non fornisce risultati univoci. I tassi nel nostro paese sono inferiori a quelli medi dell`area per le operazioni a tasso variabile (2,3 contro 2,8 per cento). I mutui a tasso fisso rimangono però più onerosi (5,0 per cento in Italia contro il 4,4 nell`area per i prestiti con tasso determinato per almeno 10 anni)”.