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MUTUI CASA: RICHIESTE BOOM PER RINEGOZIAZIONI

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Il mercato italiano dei mutui, secondo gli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia sulle nuove erogazioni, si mantiene stabile. Tuttavia, di fronte all’incertezza a seguito della crisi estiva dei mutui subprime e al rischio di un nuovo aumento degli oneri derivanti da un finanziamento a tasso variabile, per i prossimi mesi, ad avere la meglio sarà ancora la fattispecie a tasso fisso. Nel frattempo sempre più famiglie chiedono di ottenere condizioni più favorevoli per il prestito stipulato in precedenza, mentre la portabilità, a causa anche della resistenza del fronte bancario, fatica a decollare.
«Allo stato attuale circa il 40/50% dei nostri clienti è ancora orientato sulla tipologia a rata fissa, anche se ritengo che non esista una fattispecie migliore in assoluto, occorre valutare caso per caso, considerando anche l’età del soggetto in questione. – afferma Alessandra Pissinis, responsabile commerciale Area Crediti Gruppo Banca Sella – Da parte nostra comunque, dopo l’ampliamento dell’offerta per permettere di migliorare le condizioni economiche a chi avesse acceso un mutuo in passato, abbiamo riscontrato un notevole aumento delle richieste di rinegoziazione, mentre decisamente minore risulta il numero di chi decide di optare per una surroga».

Pertanto, ad esempio, si potrebbe negoziare un allungamento del periodo di ammortamento, al fine di spalmare il debito residuo su un numero maggiore di rate, ognuna di importo più basso rispetto al precedente piano di rimborso. L’istituto della surrogazione, invece, è stato riabilitato dal decreto Bersani-Bis, che realizza il principio della portabilità del mutuo. Si parla di “riabilitazione” in quanto l’ordinamento italiano prevedeva già, all’articolo 1.202 del Codice civile, la surrogazione per volontà del debitore, tuttavia il meccanismo non risultava applicabile nei rapporti con le banche per effetto di clausole inserite nei contratti di mutuo da parte degli stessi istituti.

Per Luciano Ambrosone, responsabile dell’ufficio finanziamenti per privati di Intesa Sanpaolo, il 2008 sarà ancora un anno in cui andrà per la maggiore il tasso fisso, basti pensare che circa il 70% dei clienti del gruppo Intesa Sanpaolo ha optato verso questa tipologia di finanziamento.
Inoltre – spiega Ambrosone – «Più che la portabilità del mutuo stiamo cercando di realizzare condizioni economiche più favorevoli per i mutui accesi presso il nostro istituto e a riprova nei mesi scorsi già 11mila clienti titolari di un mutuo a tasso variabile hanno rinegoziato gratuitamente il proprio contratto di mutuo». In particolare, chi è titolare di un mutuo Intesa Sanpaolo a tasso variabile può rinegoziare la durata del finanziamento allungandola fino ad un massimo di 40 anni, mentre su tutti i mutui casa erogati a partire dal 1° gennaio 2008, sarà possibile sospendere il pagamento delle rate fino a 3 volte e ogni volta fino a 6 mesi.

Dello stesso parere anche Pasquale Giamboi, amministratore delegato di UniCredit Banca per la Casa: «Credo che ancora per qualche tempo la scelta sarà indirizzata verso il tasso fisso, se non altro perché la differenza tra il variabile e il fisso è minima, quindi risulta più conveniente per “non aver pensieri”. Del resto, – dichiara Giamboi – dietro alla scelta tra fisso e variabile, due sono le componenti chiave, una di matrice economica, quindi la ricerca dell’offerta più conveniente, e una di matrice emotiva, ossia la tranquillità di avere l’importo della rata certa». E in merito alle rinegoziazioni aggiunge: «Anche da parte della nostra clientela le richieste stanno aumentando in modo esponenziale, ne contiamo già circa 20mila». Ma cosa ne pensa il fronte dei consumatori?

«Stiamo assistendo, da parte delle famiglie, ad una sorta di ondata emotiva, – commenta Fabio Picciolini, responsabile Credito e Finanza presso la segreteria nazionale di Adiconsum – vale a dire, di fronte alle opzioni e alle opportunità messe a disposizione da alcune banche per andare incontro ai loro clienti e rendere più flessibile il pagamento delle rate dei mutui, si tende ad accettare da subito la corresponsione di un importo inferiore senza però tener conto del costo complessivo dell’operazione di finanziamento». Ma c’è di più. «La situazione in ogni caso è ancora complicata, – continua l’esperto di Adiconsum – in quanto di fatto non tutti gli istituti di credito hanno creato le condizioni per richiedere la rinegoziazione piuttosto che la surrogazione, neanche dopo i chiarimenti dell’Abi e della legge Finanziaria che ha ribadito come la rinegoziazione del mutuo debba avvenire a costo zero per il mutuatario».