Le multe stradali non pagate, di cui lo Stato è ancora creditore, ammontano a 6,62 miliardi di euro. Questi dati, relativi a fine 2016, riferiscono nel dettaglio alle “oblazioni e condanne alle pene pecuniarie per contravvenzioni alle norme per la tutela delle strade e per la circolazione”; non tutte però, solo quelle contestate da Carabinieri, Polizia stradale e Guardia di Finanza (quelle firmate dai vigili, com’è noto, spettano al Comune di appartenenza). Una cifra che, sedimento dopo sedimento, è divenuta sempre più consistente (erano 1,7 miliardi a mancare nel 2002) e di difficile recupero.
Secondo le stime della Corte dei Conti, il tasso di recupero di questo genere di entrate extra-tributarie è solo del 4,4%, riporta il Messaggero.
Secondo l’elaborazione della Corte dei Conti, il tasso di recupero delle entrate extra-tributarie, è del 4,4%. Significa che ogni cento euro lo Stato ne riesce a recuperare solo 4,4. Una sorta di “non performing loans”, di crediti in sofferenza, come quelli dei bilanci delle banche, ma con un tasso di recupero decisamente minore di quello degli istituti di credito. Dati provengono proprio dalla relazione della magistratura contabile sul bilancio dello Stato, in una sezione intitolata “attendibilità delle scritture contabili”.
In questo capitolo, oltre alle multe, compaiono altri crediti come quello, da 13 miliardi, relativo alle sanzioni e alle ammende inflitte dall’autorità giudiziaria e da quella amministrativa che non hanno natura tributaria.