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Mps: in attesa del piano industriale, utile netto crolla a 10 milioni nei primi tre mesi

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In attesa di alzare il velo, il prossimo 23 giugno, suo piano industriale, Mps ha comunicato oggi i risultati del primo trimestre 2022. Tra gennaio e marzo, la banca toscana ha registrato un un utile netto di 9,7 milioni di euro, in calo del 91,9% rispetto ai 119,3 milioni dello stesso periodo dello scorso anno a causa del “maggior contributo dalla cessione di titoli registrato nel primo trimestre 2021, nonché di minori accantonamenti ed inferiori oneri di sistema”. Il risultato è invece in miglioramento rispetto alla perdita di 79 milioni registrata nel quarto trimestre del 2021.

In calo anche i ricavi del trimestre, che si sono attestati a 783,2 milioni (- 4,6% rispetto al 2021), nonostante il rialzo del 15,6% del margine di interesse e la tenuta delle commissioni (-0,8%). Pesa il dimezzamento (-51,9%) del risultato del trading, sceso da 157 a 75,6 milioni, mentre il contenimento dei costi, in flessione dello 0,9% a 535,3 milioni, non è riuscito a compensare la riduzione dei ricavi.

Il risultato operativo ha così registrato una flessione annuale dell’11,6% a 247,8 milioni, ancor più accentuata a livello di risultato operativo netto (-32,8% a 136,2 milioni di euro) per effetto della crescita delle rettifiche su crediti, salite di 37,3 milioni a 111,3 milioni (+50,5%), per riflettere “l’attuale incertezza macroeconomica”.

“In questi primi tre mesi a Siena mi sono reso conto che la banca ha un grande potenziale commerciale” ha detto  Luigi Lovaglio amministratore delegato di Mps al suo esordio nella conference call con gli analisti per presentare i conti . Lovaglio aggiunge che la banca sta rivedendo il piano industriale e i risultati del trimestre vanno guardati in questa prospettiva.

Mps, il piano industriale

Per quanto riguarda il piano industriale di Mps, la banca senese ha fatto sapere che:

“Al momento il piano è in corso di revisione al fine di definirne in dettaglio le direttrici e le azioni sottostanti, di tener conto dell’evoluzione del mutato scenario economico e di recepire quanto derivante dal confronto” con Bce e Dg Comp, secondo cui non è ancora possibile ipotizzare “una stima precisa dei tempi necessari” per la sua approvazione e per l’autorizzazione del connesso aumento di capitale.

L’approvazione del Piano rivisto costituisce presupposto essenziale per l’avvio dei processi autorizzativi di cui sopra e le posizioni delle predette Autorità costituiscono a loro volta un presupposto indefettibile per l‘operazione di rafforzamento patrimoniale prevista dal Piano. La Banca sta fornendo tutti i chiarimenti richiesti dalle Autorità europee ma attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari alle Autorità competenti per portare a termine i rispettivi processi approvativi”.

Tornando ai conti, al 31 marzo 2022 il gruppo ha inoltre contabilizzato un costo del credito clientela pari a 111 milioni di di euro, in crescita rispetto ai 74 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente “per l’effetto della dinamica dei crediti deteriorati e della stima preliminare dagli impatti derivanti dal conflitto Russia-Ucraina”, ma in calo rispetto ai 222 milioni del trimestre precedente.

Per quanto riguarda infine coefficienti patrimoniali, al 31 marzo 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio si è attestato a 11,6% (rispetto al 12,5% di fine 2021 e al 12,2% del 31 marzo 2021) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 15,3% (rispetto al 16,1% di fine 2021 e al 15,9% del 31 marzo 2021).