Morgan Stanley Capital International ha rivelato i prossimi cambiamenti che intende apportare ai suoi indici per riflettere il flottante dei titoli – il numero cioe’ delle azioni disponibili alle contrattazioni, piuttosto che quello delle azioni emesse.
Questo porta alla variazione di peso di una societa’ sull’indice per escludere partecipazioni strategiche di governi, societa’ o privati e riflette restrizioni di proprieta’ straniera e porta i gestori di fondi indicizzati ad acquistare o vendere partecipazioni a seconda del loro peso sull’indice.
Morgan Stanley stima che oltre $3 trilioni siano investiti in fondi e derivati legati ai suoi indici o in portafogli che ne facciano riferimento e Barclays Global Investors pensa che gli indici internazionali di MSCI coprano circa il 90% del mercato americano e oltre il 60% di quello europeo.
Dai cambiamenti di Morgan Stanley risultano vincitori gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, mentre Giappone, l’Europa continentale e i Paesi emergenti sono i piu’ colpiti dalle diminuzioni.
Ad esempio, tra i 49 Paesi del MSCI All Country World Index (ACWI) il peso del mercato americano e’ stato aumentato dal 49,06% al 55,30% e quello del Regno Unito dal 9,31% al 10,38%. Il Giappone, invece ha visto ridotta la sua partecipazione dal 10,71% al 9,38% e l’Italia dal 2,02% all’1,47%.
La capitalizzazione di mercato dei 26 Paesi dell’MSCI Emerging Market Free Index scende da $947 a $562 miliardi.
Queste variazioni – che dovrebbero causare, secondo Alexander Ineichen di UBS Warburg, un movimento di $143 miliardi in contrattazioni da parte dei fondi azionari e di $427 miliardi da parte dei gestori che fanno riferimento agli indici MSCI – avranno notevoli effetti anche sul mercato delle valute, a beneficio del dollaro e della sterlina britannica a scapito dell’euro e dello yen.
I settori che beneficiano del riposizionamento degli indici sono: apparecchiature high tech e hardware, finanziario, energetico, apparecchiature e servizi per la sanita’, farmaceutico e biotecnologico.
Quelli piu’ colpiti negativamente: servizi di telecomunicazione, automobilistico e componentistica auto, bancario, materiali base, beni durevoli e abbigliamento.
Tra le societa’ gia’ appartenenti agli indici che hanno registrato il maggior aumento delle proprie posizioni Vodafone (VOD), BP Amoco (U.BP), Nokia (NOK) e Nestle (Z.NES) .
Quelle con la maggiore diminuzione: Telecom Italia Mobile (I.TIM), France Telecom (FTE), Toyota Motor (TM) e Deutsche Telekom (DT).
Tra le nuove societa’ aggiunte agli indici: Morgan Stanley Dean Witter (MWD – Nyse), Goldman Sachs Group (GS – Nyse), NTT DoCoMo (J.NTX) e Sun Microsystems (SUNW – Nasdaq) e Banca Nazionale del Lavoro (I.BNL).
Sebbene, per minimizzare l’impatto sul mercato, meta’ delle variazioni verranno apportate il 30 novembre e la rimanente meta’ il 31 maggio del 2002, alcuni dei movimenti di mercato piu’ ingenti dovrebbero verificarsi nei prossimi mesi.