Stephen Roach, capo economista di Morgan Stanley, e’ piu’ pessimista che mai e rivede al ribasso le previsioni di crescita del PIL globale per l’anno prossimo, dal 2% all’1,8%.
Nel peggiore dei casi la crescita del PIL potrebbe essere tagliata a circa l’1,25%, allo stesso livello del 1982, che e’ anche il livello piu’ basso dalla seconda guerra mondiale.
Il 22 ottobre scorso Roach aveva parlato di “scenario apocalittico”, soprattutto per l’economia USA.
“Un nuovo tipo di malattia globale si sta sviluppando e sta portando velocemente l’economia del mondo in un baratro – aveva detto l’economista, aggiungendo – Non e’ chiaro cosa possiamo fare per spezzare questa catena di eventi”.
Ora Morgan Stanley per bocca di Roach punta il dito anche contro il rischio di recessione che incombe in Europa e in Asia.
La teoria di Roach si basa essenzialmente su due considerazioni sull’attivita’ del commercio mondiale:
– il commercio mondiale attualmente corrisponde a circa il 24% del PIL mondiale, una porzione superiore a quella registrata durante le recessioni globali piu’ recenti (17% nel 1975, 19% nel 1982). Quindi una interruzione del ciclo commerciale globale avrebbe un effetto moltiplicatore negativo sulla produzione mondiale superiore al passato.
– il contraccolpo violento di quest’anno sul commercio mondiale (una decelerazione record dal +12,4% nel 2000 al +1% nel 2001) dovrebbe causare effetti acceleratori negativi che non erano presenti durante le crisi degli anni ’70 e ’80. Questo farebbe dell’attuale circolo vizioso quello piu’ difficile da intaccare.
La previsone di crescita del 2002 rimane dunque pressocche’ identica a quella dell’1,7% formulata per il 2001. Si tratta di stime preoccupanti, afferma Roach, dal momento che sono al di sotto di 0,7 punti percentuali dal livello del 2,5% “che rappresenta il tetto della recessione”.
Se questo scenario si verificasse, si assisterebbe ai due anni consecutivi di crescita piu’ debole dalla seconda guerra mondiale.
Il Vecchio Continente potrebbe essere il prossimo a cadere sotto la scure della congiuntura economica internazionale, soffrendo soprattutto per i problemi economici che attanagliano la Germania.
Gli ultimi dati relativi alla Germania hanno messo in luce un pesante peggioramento del sentiment degli imprenditori e degli ordini delle imprese manifatturiere. Il tutto metterebbe il luce, secondo Roach, che l’economia tedesca sarebbe gia’ in recessione.
E non esistono ancora chiare indicazioni che la Francia sia lontana da questo rischio, tutt’altro. Il che porterebbe la crescita di Eurolandia prevista per il 2002 al di sotto della previsione dell’1,5%.
Rischi di ulteriori scivoloni al ribasso rimangono per il Giappone e per gli altri paesi asiatici.
Le previsioni fosche di Morgan Stanley sono tuttavia smorzate da un’osservazione positiva.
Se e’ vero che nel caso di una crescita dell’1,8% nel 2002, il tasso di crescita globale del 2002 sarebbe simile a quello messo a segno nel 1982, quando l’economia era alle prese con una forte recessione; e’ anche vero che dopo la crisi del 1982 si asistette ad una ripresa a V, tant’e’ che il PIL crebbe ad un tasso medio del 4% nell’intervallo compreso tra il 1983 e il 1989.