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Moody’s, Citi, Nomura: l’impatto del terremoto sull’economia giapponese

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ROMA – Disparate le analisi dell’impatto che il devastante terremoto di venerdì provocherà sul pil giapponese, che di certo non sta vivendo un buon momento. In termini di costi, si parla di una riduzione di 3 punti percentuali, e riguardo ad alcune regioni, le più colpite, anche di un impatto del 6-10%.

Per l’agenzia di rating Moody’s “l’economia si riprenderà e il sisma non implica una crisi fiscale imminente. E’ probabile comunque un impatto sui progressi (del governo) per tagliare il deficit”. Da segnalare che il debito pubblico del Sol Levante è il più alto del mondo tra i paesi avanzati e che proprio in questo periodo l’amministrazione del premier Naoto Kan stava facendo il possibile per adottare misure volte a ridurre il pericolo sui conti pubblici.

Intanto Citigroup emette una nota stamattina, affermando che “il terremoto metterà sotto pressione l’attività economica del paese nel breve termine”. Di fatto, Kiichi Murashima, responsabile della strategia dei tassi e dell’economia dei mercati dei paesi industrializzati, sottolinea che “se partiamo dall’assunto secondo cui i livelli di produzione delle prefetture colpite dal sisma subiranno una flessione in media del 20-40% da qui fino alla fine del mese di marzo, la produzione industriale del Giappone subirà su base mensile un calo compreso tra l’1% e il 2%”.

Continuando: “Potrebbe essere troppo presto discutere sui danni che il sisma ha provocato sul settore delle infrastrutture e su quello immobiliare, ma sospettiamo che l’ammontare potrebbe essere uguale a quello provocato dal grande terremoto del 1995. Prevediamo che il danno totale che sarà subito solo dal settore immobiliare potrebbe raggiungere la cifra di diversi trilioni di yen. Il danno complessivo dunque, se consideriamo anche l’impatto sulle infrastrutture, dunque sulle strade, le ferrovie, i porti e così via, potrebbe raggiungere il valore di 5-10 trilioni di yen.

E’ anche vero, tuttavia, continua Citi, che parte dei danni subiti probabilmente genererà una domanda per le ricostruzioni nel secondo semestre del 2011, sostenendo così l’attività economica. In ogni caso, i risultati suggeriscono che la crescita del Pil sarà inferiore alle nostre stime nel primo semestre del 2011, ma maggiore nel secondo semestre, il che indica che nell’anno fiscale del 2011, il rialzo del pil sarà del 2,1%, maggiore dello 0,2% rispetto alla nostra precedente stima, pari all’1,9%.

Intervistato da Class Cnbc, Giorgio Arfaras del Centro Einaudi sottolinea poi che finora i mercati “si sono comportati secondo manuale” e che l’economia fletterà “ma poi si riprenderà”.

Inoltre, riguardo alla performance della borsa di Tokyo, “il calo del 6% è un numero quasi ridicolo rispetto a quanto è accaduto”. E che i veri problemi a livello di economia mondiale, sottolinea, “risiedono nel deficit e nel settore immobiliare americano”.

Arrivano anche le stime del broker giapponese Nomura che afferma che “questo disastro è ancora più importante del terremoto di Kobe del 1995. Nel secondo trimestre l’economia del Giappone potrebbe rallentare attorno allo 0,29%, rimanendo comunque in crescita”. Inoltre, afferma Nomura, “la ripresa partirà con un anno di ritardo, con il recupero dell’economia che avverrà tra i mesi di ottobre e dicembre”.