Qualche volta è capitato anche a noi di criticarlo, per qualche aiutino di troppo forse concesso in materia di aiuti di Stato a paesi che ne abusano più dell’Italia. Ma ha ragione il Financial Times, quando usa la qualifica di Mr Europe per designare lui, l’amato professor Mario Monti commissario europeo alla concorrenza, piuttosto che il presidente della Commissione Romano Prodi.
Negli anni, in primis le maggiori società degli Stati Uniti, oltre a tante imprese europee grandi e medie, hanno imparato a rispettare la serietà e la decisione con cui l’ex rettore della Bocconi non guarda in faccia a nessuno, quando si tratta di antitrust. Ieri, l’ennesima riprova che anche nelle difficoltà, Mr Europe è meglio del suo presidente. Al serio breviloquente professore non farà piacere il paragone, ci scommettiamo, ma Prodi quando prende delle topiche, e gli capita, tende a svicolare, ultimo esempio sull’eurodifesa dopo aver benedetto il minivertice delle praline. Monti, mai.
Quando reiterate bocciature della Corte di giustizia hanno preso a ribaltare sistematicamente criteri e decisioni assunti in precedenza da Monti e dalla sua temutissima task force sulle fusioni, le strade potevano essere due. O far finta di nulla mascherandosi dietro il rispetto della Corte. Oppure promuovere qualcuno dei numerosi cambiamenti che le imprese sia europee sia americane avevano chiesto con crescente energia. Monti ha scelto questa seconda e costruttiva strada, e ieri ha annunciato le novità. Non è una resa né un abiura, rispetto al passato. E ci mancherebbe, magari negli altri settori l’Unione europea funzionasse come Monti l’ha fatta marciare sulla concorrenza.
La task force verrà sciolta entro un anno, e il suo posto preso da una struttura articolata secondo le quattro maggiori aree di business interessate a fusioni, servizi finanziari, trasporti, media e telecomunicazioni. L’interazione con le antitrust nazionali sarà potenziata. Verrà nominato un nuovo capoeconomista, scelto sul mercato. E al contempo, né Goetz Drautz, né Enrique Gonzales Diaz, i temuti sceriffi di Monti, lasceranno la trincea.
Ci sarà forse chi dice che di meglio si poteva fare. Ma rispetto ai velleitarismi di qualche tronfio eurocapataz, la serietà e il pragmatismo di Monti rilucono.
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