Economia

MONITORAGGIO IMMOBILIARE, DALLO STATO CONCORRENZA SLEALE?

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(9Colonne) – Milano 4 mag – Si è da tempo trasferito nelle aule giudiziarie il braccio di ferro tra i consulenti di informazione finanziario-immobiliare e l’Agenzia del Territorio per quanto riguarda la disciplina del mercato delle informazioni immobiliari a valore aggiunto e in particolare dei servizi di monitoraggio. In questi ultimi giorni e settimane, le corti d’Appello di Milano, Trieste e Brescia, Bologna e Venezia hanno accolto o confermato – si legge in una nota dell’Acif, l’associazione di categoria aderente a Confindustria – le istanze avanzate dalle imprese operanti nel settore. I servizi di monitoraggio si basano sulla raccolta di dati di fonte pubblica per elaborare rapporti e segnalazioni ad hoc sullo stato degli immobili (caratteristiche, proprietà, vincoli, ipoteche, ecc.) che le banche utilizzano per verificare le consistenze patrimoniali delle persone fisiche e giuridiche che offrono garanzie di credito. “L’evoluzione più recente – spiega l’Acif – ha visto da un lato la quintuplicazione dei diritti da corrispondere all’Agenzia del Territorio per disporre degli elenchi dei soggetti che effettuano movimenti e oneri aggiuntivi per le informazioni da elaborare, e dall’altro il parallelo prodursi di norme funzionali all’ingresso della stessa Agenzia in un mercato già popolato da operatori privati con proprie offerte di servizi di monitoraggio”. Ai precedenti pronunciamenti della magistratura e dell’Antitrust che ravvisavano un abuso di posizione dominante da parte dell’Agenzia del Territorio (che ha il monopolio dei dati delle Conservatorie e del Catasto), si sono venuti ad aggiungere quelli delle Corti d’Appello di Venezia, Brescia, Trieste, Bologna, che hanno accolto le istanze delle aziende ricorrenti (Crif, Libralon, Studio Elle, e altre) o rigettato i ricorsi dell’Agenzia. “La situazione rende urgente un intervento del legislatore coerente con l’ordinamento nazionale e comunitario sulla concorrenza”, ha dichiarato Andrea Rapisarda, presidente di Acif. “Perché una volta visto che l’Agenzia del Territorio non può vendere direttamente i servizi di monitoraggio immobiliare, resta il fatto che gli operatori privati non possono più erogarli a causa dell’aggravio degli oneri, e che i servizi sostitutivi da essi comunque garantiti non risolvono in toto un’esigenza sentita dal mercato, e in primis dalle banche”.