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Money manager ottimisti, ma l’Europa fa paura

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I gestori di fondi di tutto il mondo si fanno sempre piu’ ottimisti sul 2011 ma i timori sull’inflazione li spingono a puntare sul comparto energetico. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Bank of America Merrill Lynch.

Il settore energetico e’ stato tra i piu’ popolari nell’ultimo mese a scapito di quello tecnologico che aveva dominato negli 11 mesi precedenti.

Il sondaggio, basato su indicazioni raccolte tra 302 investitori istituzionali nel mese di dicembre, porta alla luce il fatto che molti operatori hanno ridotto le loro esposizioni a telecom, utilities e titoli finanziari. “Le politiche di stimolo monetario stanno chiaramente spingendo gli investitori in ‘posti inflativi’ come i titoli delle risorse di base allontanandoli dai bond”, si legge nel report. “Il rischio percepito e’ di un rallentamento della crescita cinese nel primo trimestre. In positivo non e’ escluso che le banche dei paesi membri del G7 possano spingere i loro conti”.

Sei su 10 non credono che la Fed alzera’ i tassi fino al 2012. Il 61% del campione si aspetta un rialzo dei prezzi al consumo. Si tratta della piu’ alta percentuale dei casi in almeno sei anni.

Il 44% e’ convinto che la crescita globale sara’ piu’ solida nel 2011, meglio del 35% registrato a novembre e del 15% in ottobre. Nel 51% dei casi i profitti aziendali miglioreranno nel corso dell’anno venturo, su rispetto al 36% del mese scorso e dell’11% di ottobre.

Gli Stati Uniti risultano l’ara geografica preferita su dove investire con un 16% degli intervistati che ha una raccomandazione Outperform. Gli Usa hanno cosi’ rimpiazzato l’Eurozona mentre il Giappone e’ considerata l’area piu’ sottovalutata.

Nonostante un atteggiamento generalmente bullish, gli investitori non mancano di intravedere rischi all’orizzonte. Il 45% del campione crede che la maggiore sfida sia legata al debito sovrano europeo e alla capacita’ dei vari paesi di finanziarsi. A novembre lo credeva il 35% dei casi, segno che i money manager si sono fatti piu’ pessimisti sul tema.

La seconda maggiore paura e’ un prematuro inasprimento delle politiche fiscali sebbene la percentuale degli investitori che temo cio’ sia scesa al 15% dal 30% di ottobre, grazie anche al secondo round di quantitative easing della Fed.

Insoddisfazione anche per come le aziende stanno gestendo la loro liquidita’. Il 62% del campione e’ convinto che ci siano troppi pochi investimenti mentre il 44% preferirebbe vedere nei bilanci qualche operazione a debito in piu’.