Con l’anno nuovo parte la riorganizzazione dell’Istituto nazionale per il Commercio con l’estero (Ice). Gli interventi saranno concentrati sulla rete estera, che va “razionalizzata e potenziata alla luce dei cambiamenti geo-economici in atto. La priorità è rafforzare la rete nelle economie emergenti e nei Paesi produttori di risorse energetiche”. Lo spiega ieri il ministro del Commercio Internazionale, Emma Bonino, al termine del consiglio di amministrazione dell’Istituto, mettendo comunque in evidenza che nel corso del 2007 sarà discussa anche la riorganizzazione della rete italiane dell’Ice. “L’Ice rimane una torre essenziale per l’export, che è il motore di crescita. La ripresa in atto in Italia è guidata proprio dalle esportazioni: nel 2006 il Pil salirà dell’1,6-1,7 per cento, con consumi interni in aumento dell’un per cento e l’export in crescita del 7 per cento. Non guardare attentamente queste cifre sarebbe demenziale”, spiega Bonino, osservando come l’Istituto ha un “patrimonio di esperienza da mettere a disposizione delle imprese”. Nell’ambito della riorganizzazione saranno rafforzati alcuni degli uffici esistenti (fra i quali Bombay e New Delhi, Almaty, Mosca, Kiev, Dubai, Shanghai e Pechino, Singapore, SanPaolo, Chicago), alcuni nuovi saranno aperti (si pensa a Calcutta, Doha, Porto Alegre e Belo Horizonte). “Non bisogna comunque perdere di vista l’Africa con il Kenya e l’Angola, così come non è da dimenticare il Turkmenistan”, aggiunge Bonino, osservando che altri uffici, quelli presenti sui mercati dove non c’è più bisogno, “vanno smagriti o chiusi” (Montevideo, Dublino, Copenaghen e Lisbona). “Il piano di riorganizzazione discusso nel board è realistico e si basa su un bilancio ricostituito e su economie”, osserva il ministro, evidenziando come per il 2007 il bilancio di funzionamento dell’Ice è “sostanzialmente mantenuto” a 96 milioni di euro, mentre quello di promozione sale a 125 milioni di euro, grazie anche ai residui degli anni precedenti ed a altri contributi. “Non vogliamo aspettare a lungo – sottolinea il presidente dell’Ice, Umberto Vattani – ed entro la prima metà dell’anno saranno già prese iniziative per rafforzare gli uffici di determinate aree. Per aprire e snellire, invece, i tempi sono più lunghi”. Il direttore generale dell’Istituto, Massimo Mamberti, osserva come “la rete dell’istituto non ha buchi geografici, ma è indebolita”. Intanto dal prossimo mese di gennaio saranno operativi quattordici desk anticontraffazione. Le sedi scelte per l’apertura dei desk sono: Cina (Pechino, Shanghai, Hong Kong, Canton e i punti di corrispondenza di Nanchino e Chendu), Taiwan (Taipei), India (New Delhi, Mumbai e il punto di corrispondenza di Chennai); Corea del Sud (Seul); Vietnam (Ho Chi Min City e Hanoi); Emirati Arabi Uniti (Dubai); Turchia (Instabul, Ankara); Russia (Mosca), Stati Uniti (New York); Brasile (San Paolo).
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