Le offerte messe sul piatto dai fondi di private equity stanno surriscaldando il mercato, rendendo sempre più care le operazioni di acquisizione. Ne sono convinti il 50 per cento dei 993 direttori finanziari interpellati negli Stati Uniti, in Asia ed Europa nell’ambito dell’indagine trimestrale condatta dalla Duke University e da Cfo Magazine. “E’ giunto il momento per le società di frenare sulle acquisizioni”, commenta John Graham, professore di finanza all’università di Duke, a Durham, Carolina del Nord, che coordina il sondaggio. “Resta da vedere se rallenteranno abbastanza”. L’attività mondiale di fusione e acquisizione segna un massimo record quest’anno di 3.575 miliardi di dollari, al lordo del debito, secondo la società di ricerca Dealogic. Il sondaggio inoltre evidenzia un certo pessimismo rispetto alla direzione dell’economia Usa. Si dichiara pessimista il 35 per cento, un numero inferiore rispetto al 47 per cento del trimestre precedente, ma superiore alla percentuale (il 30 per cento) di quanti si dicono ottimisti. Secondo Graham a preoccupare di più i manager è la debolezza della domanda interna. I direttori finanziari che partecipano al sondaggio dicono che intendono aumentare gli investimenti del 5 per cento nei prossimi 12 mesi, una stima ridimensionata rispetto all’incremento del 7,5 per cento anticipato tre mesi prima.
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