Potrebbe avvenire in breve, forse addirittura entro la fine dell’anno, una separazione consensuale tra News Corp. e Liberty Media, il secondo azionista della società che fa capo a Rupert Murdoch. Il presidente di Liberty Media, John Malone, mette infatti insieme piano piano una quota del 19 per cento della media company cui fa capo anche Sky Italia, percentuale in grado di gettare un’ombra sul controllo esercitato tramite il 30 per cento dalla famiglia Murdoch. News Corp. fa ricorso a un piano difensivo basato sulla cosiddetta pillola avvelenata per impedire la scalata di Liberty, superando, per reiterarla, qualche difficoltà con i piccoli azionisti. Fino all’accantonamento di una quota in News Corp., come ricordato in questi giorni dalla stampa che si occupa dei rapporti fra le due società , dal Wall Street Journal al Financial Times, fra Malone (65 anni) e Murdoch (75) c’era un’amicizia di antica data, che li vede lavorare insieme in parecchie attività . Secondo indiscrezioni circolate in questi giorni, l’accordo su cui ci sarebbe un via libera di massima da parte dei due tycoon, prevede che News Corp. acquisisca la quota da 11 miliardi di dollari detenuta da Liberty in cambio del 39 per cento dell’emittente televisiva satellitare DirecTv detenuta dalla stessa News Corp. In più Murdoch metterebbe sul piatto, secondo il Financial Times tre network sportivi regionali e 550 milioni di dollari in contanti. Se l’intesa sarà siglata, la quota di controllo della famiglia Murdoch su News Corp. salirebbe a circa l’8 per cento. La volontà di Murdoch di sbarazzarsi di un business profittevole come DirecTv, che conta su una solidissima base abbonati, potrebbe stupire qualora non si valutasse che negli Usa si va sviluppando, con una certa rapidità , un concorrente forte per la televisione via satellite: si tratta delle aziende di telecomunicazioni che, con il passaggio al digitale, oggi sono in grado di assemblare pacchetti “triple play” (Internet, voce e Tv) sui loro network, rendendo meno conveniente l’installazione della parabola. L’utente è già cliente per i servizi di telefonia ed è quindi sensibile all’offerta delle altre due opzioni. Al satellite, in assenza di banda larga bidirezionale, resta solo la televisione, a meno di investimenti favolosi per dotare i clienti di banda larga attraverso Isp terrestri o servizi wireless. E le quote di mercato della piattaforma satellitare potrebbero essere erose nel medio periodo. Se l’accordo sarà raggiunto, in sostanza, Murdoch sul mercato americano continuerebbe a incentrare il proprio business sui contenuti, ovvero sui canali tematici e sulla generalista Fox. Mentre Malone, che alla fine degli anni Novanta cede il proprio network via cavo (Tci), rientrebbe in gioco con il satellite.
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