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Mondo: Made in Italy, anticontraffazione al via

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Partirà dall’Asia, per poi allargarsi a tutto il globo, la battaglia contro le contraffazioni voluta dal ministro del Commercio internazionale, Emma Bonino. E vedrà al lavoro degli appositi desk, che saranno istituiti entro dicembre, con il compito di offrite assistenza legale, orientamento e consulenza alle imprese. Quello della contraffazione è un business colossale che gira ormai a pieno regime, investe i più svariati prodotti (dagli alimentari all’abbigliamento, passando per scarpe e borse, compact disk, fino addirittura ai medicinali) e che soltanto in Italia erode ogni anno 6 miliardi di euro dalle casse delle imprese e 1,5 miliardi di evasione dell’Iva. I desk anticontraffazione voluti da Bonino staranno presso l’Istituto per il Commercio con l’Estero (Ice) e saranno composti da un funzionario pubblico (ministero del Commercio estero, Ice o ministero dello Sviluppo economico) e da un trade analist locale, per favorire la conoscenza sulla cultura, la giurisprudenza e i mercati locali. Gli uffici lavoreranno in collaborazione con l’Alto commissariato della Lotta alla contraffazione e l’Ufficio italiano brevetti e merci del ministero dello Sviluppo economico. I desk verranno aperti in tutto il mondo, ma con uno sguardo più attento alla Cina, dove ce ne saranno ben cinque: a Pechino, Shanghai, Hong Kong, Canton, Nanchino e Chedu. Inoltre sono previsti organi anche a Taipei (Taiwan), New Delhi (India), ma anche a Seul (Corea del Sud), Ho Chi Min City e Hanoi (Vietnam), a Dubai, Istanbul, Ankara, Mosca, New York e San Paolo. In tutto saranno 14. Nel corso del question time alla Camera, Bonino ricorda sul tema del regolamento per il made in Italy che alcune difficoltà sono poste “dai grandi Paesi europei commercianti anziché manifatturieri” e per questo “il dossier è diventato tutto politico, perché dal punto di vista tecnico le obiezioni sono tutte risolte”. L’esponente della Rosa nel Pugno parla dell’importanza dell’iniziativa bilaterale nella Wto, alla cui ripresa “abbiamo tutto l’interesse, non fosse altro per il problema della contraffazione”. Quanto al problema della contraffazione di prodotti italiani in Cina, “le autorità cinesi – spiega Bonino – si rendono conto che sta diventando di loro interesse difendere la proprietà intellettuale, perché la Cina sta diventando un Paese non copiatore, ma inventore”. E va anche ricordato, secondo il ministro, “che la contraffazione avviene spesso sul nostro territorio e credo questo sia un problema in termini quantitativi”.