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Mondo: G7, sul tavolo yen debole e hedge fund

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Non è ufficialmente all’ordine del giorno dei lavori, ma la debolezza dello yen sarà con ogni probabilità uno degli argomenti che il G7 finanziario affronterà nella riunione che inizia ieri sera nella città tedesca di Essen. Il Governo di Tokyo, da parte sua, fa sapere di non voler introdurre alcuna “discussione specifica” ma, spiega ieri prima di partire per l’Europa il ministro nipponico, Koj Omi, “i tassi di cambio devono riflettere i fondamentali economici”. Omi farà quindi presente che l’economia giapponese “sta recuperando in modo stabile”, cercando indirettamente di rassicurare i colleghi europei preoccupati dalla debolezza dello yen. Ma la Germania insiste che si parli della situazione della divisa nipponica. Il vice ministro delle Finanze, Thomas Mirow, sottolinea che l’argomento dei tassi di cambio figura tra le principali questioni in agenda e lo yen “è a sua volta una valuta importante”. Ma anche di clima si parlerà a Essen: dopo il recente rapporto della Iea, i ministri finanziari delle sette grandi economie del mondo torneranno a discutere dei problemi legati al surriscaldamento del pianeta e della sicurezza energetica, temi peraltro che avevano già occupato la riunione tenutasi a giugno scorso a San Pietroburgo. Nel primo G7 del 2007, sarà ribadito l’impegno a garantire uno sviluppo eco-compatibile e ad avere quindi un occhio di riguardo agli investimenti particolarmente legati alla salvaguardia dell’ambiente. Insomma, il consueto giro di tavolo che vedrà partecipare anche i governatori delle Banche centrali, chiamerà in causa una serie di temi ad ampio respiro, dai tassi di cambio alla situazione economica dei Paesi in via di sviluppo, al clima, agli hedge funds. L’Italia, rappresentata dal ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, porterà un fiore all’occhiello, quello di aver sponsorizzato il progetto sul finanziamento di nuovi vaccini, presentato ufficialmente ieri a Roma. Si discute sicuramente, nella cena informale di lavoro di ieri sera, del crescente peso delle economie dei Paesi emergenti, mentre oggi sarà la volta di un tema particolarmente caro al Governo tedesco: quello degli hedge funds, un’industria da 1.770 miliardi di dollari. Davanti alla loro fortissima crescita e vista la loro propensione al ricorso massiccio al prestito usando strategie complesse per ottenere ritorni superiori alla media, i regolatori finanziari temono per la stabilità del mercato: per questo motivo la Germania vuole che si parli di questi rischi e dell’opportunità di garantire una maggiore trasparenza. Ieri in un’intervista a una radio tedesca, il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck, rivela di voler predisporre un piano per la gestione degli hedge funds entro la fine dell’anno, cioè entro la fine della presidenza della Germania del G7. Alla luce di ciò, si augura che “il dibattito si concentri ora sui rischi che gli hedge funds possono arrecare ai mercati globali finanziari”.