La crisi dei mutui subpirme negli Usa è stata “più forte del previsto”: per questo l’Ocse ha deciso di tagliare le previsioni di crescita dell’Ue dal 2,7 al 2,6 per cento e degli Usa dal 2,1 all’1,9 per cento per quest’anno. Lo ha annunciato il capo economista dell’Organizzazione, Jean-Philippe Cotis, sottolineando che le prospettive di crescita sono “meno promettenti”. Negli Stati Uniti, ha aggiunto, “per ora la nostra diagnosi è quella di un rallentamento, ma non possiamo escludere una recessione”. “Scarso”, invece, il contagio della crisi in Europa.
Dopo il comunicato dell’Ocse peggiorano le performance delle principali piazze europee, che chiudono tutte in forte perdita.
“Queste revisioni al ribasso – ha detto Vincent Koen, consigliere economico dell’Ocse – sono state largamente influenzate da quello che è successo nel secondo trimestre e da statistiche di Eurostat nettamente inferiori” alle previsioni di maggio dell’Ocse. Al contrario, non sono ancora del tutto conteggiati gli effetti sulla crescita economica della crisi dei mutui ipotecari negli Usa e della conseguente gelata sui mercati creditizi.
“Le prospettive di crescita sono oggi decisamente peggiori e più incerte” rispetto alla fase precedente la crisi dei mutui e “i rischi al ribasso sono piuttosto evidenti”, osserva Cotis, sottolineando le “condizioni di tensione sui mercati”. Negli Usa, in particolare, “il settore immobiliare dovrebbe gravare in modo più pesante e più a lungo del previsto” sulla congiuntura economica. La crescita “nel secondo semestre dovrebbe scendere modo al di sotto del potenziale, dopo il netto rimbalzo del secondo trimestre”, afferma.
Secondo le previsioni, l’economia italiana è cresciuta dello 0,3 per cento nel primo trimestre del 2007, per poi rallentare nel secondo trimestre, con un Pil in aumento dello 0,1 per cento e tornare a una crescita dello 0,3 per cento nel terzo trimestre di quest’anno. Per il quarto trimestre l’aumento previsto è dello 0,4 per cento. Per quanto rigurda l’area euro, la crescita sarà dello 0,5 per cento nel quarto trimestre, con un tasso di fine anno al 2,6 per cento dal 2,7 precedente. “Non c’è dubbio che c’è un rischio al ribasso, ma l’economia europea continua a essere un’economia che si basa su fondamenta solide”, osserva il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia. Più tranquilla la situazione in Italia. “Per ora non abbiamo ragioni di correggere le nostre stime: seguiamo la situazione con grande attenzione”, dice il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani.