Investire nell’Europa dell’Est, Romania in primis, ma anche in Nord Africa e in Cina. Queste le aree che permettono di risparmiare sui fattori produttivi. In Europa occidentale è invece la Spagna il Paese più conveniente per chi vuole creare un’impresa, mentre i nostri principali concorrenti, ovvero Germania, Regno Unito e Francia, appaiono meno competitivi. Lo afferma un’indagine di Assocamerestero che, nei 48 Paesi di presenza delle Camere di commercio italiane all’estero, prende in esame, per i primi otto mesi del 2006, i seguenti costi: manodopera, elettricità , prodotti petroliferi. Per Assocamerestero, il recente ingresso di Bulgaria e Romania nell’Unione europea rende questi Paesi molto attrattivi per gli investimenti (vedere anche articolo a pagina 5), considerando anche il buon rapporto costo/qualità della manodopera, che però sembra già procedere verso un graduale riallineamento con le medie europee. Un operaio specializzato oggi viene a costare fino a 400 euro al mese in Romania e 350 in Bulgaria, in Cina 245. Costi in media cinque volte inferiori all’Italia, dove questa figura è pagata 1.600 circa, contro i 1.200 euro della Spagna. Anche i livelli medio-alti e alti permettono a un’impresa di risparmiare. Un quadro in Bulgaria costa 400 euro, 800 in Repubblica Slovacca e 900 in Romania. In Cina al massimo 443 euro. Nulla se confrontato ai 4mila euro di costo di un quadro in Germania e ai 3.500 in Italia e ai quasi 3.900 in Francia. Buone possibilità per investire si trovano in Tunisia e Marocco, dove un operaio specializzato percepisce al massimo 360 euro, in Ecuador e in Paraguay dove si spende al massimo 250 euro. Gli Usa invece dimostrano di avere un costo del lavoro molto alto, con un operaio specializzato che arriva a guadagnare 3.500 euro al mese. Altro fattore molto importante per un’impresa è il costo dell’elettricità . Anche qui i Paesi dell’Europa dell’Est sono concorrenziali. In Bulgaria il costo per chilowatora di un’utenza commerciale varia da un minimo di 0,028 a un massimo di 0,074 euro, in Slovacchia raggiunge un massimo di 0,11 e in Romania 0,24. Prezzi simili si trovano in Olanda (0,07) e in Spagna (0,087), mentre in Germania e in Gran Bretagna arriviamo a un massimo a 0,17 e 0,12 euro per chilowatora. In Italia il costo è di 0,3 euro per chilowatora per le utenze di media tensione e alta tensione. Nel resto del mondo, prezzi competitivi li troviamo in Venezuela con al massimo 0,019 euro e in Brasile con 0,1 euro. L’elettricità è fatta pagare molto invece negli Usa (0,38 euro). I prodotti petroliferi, benzina e gasolio hanno costi particolarmente ridotti in Russia, con 0,35 euro al litro per il gasolio, e in Venezuela, dove la benzina può arrivare a costare al massimo 0,034 euro. In realtà i prodotti petroliferi sembrano avere un impatto particolarmente ridotto sulla produzione anche in tutta l’America del Sud e nel Nord Africa, con un picco particolarmente basso in Egitto e Israele dove il gasolio costa solo 0,13 euro al litro. I prezzi più alti li troviamo in Turchia con 1,7 euro al litro per la benzina e in Gran Bretagna per il gasolio (1,45 euro). Il gasolio in Italia, nei primi otto mesi dell’anno ha un costo medio di 1,18 euro e la benzina di 1,31 euro.
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