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Mohamed El-Erian: “Ho detto addio a Pimco per mia figlia”

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NEW YORK (WSI) – La sua decisione aveva scosso il mondo della finanza. Soprattutto perché Pimco, il più grande gestore del mondo di bond con circa duemila miliardi di dollari gestiti, è considerata da decenni un faro per le indicazioni strategiche sul mercato obbligazionario. Erano seguite analisi su tutti i giornali internazionali in cui l’addio di Mohamed El-Erian veniva ricondotto alle frizioni con Bill Gross, fondatore di Pimco. Non solo: quando, nel 2013, era sembrato chiaro che la Federal Reserve volesse ridurre gli stimoli all’economia acquistando meno bond, il mercato azionario aveva preso il largo e Pimco aveva subito pesanti conseguenze. Nel giro di un anno gli investitori avevano ritirato oltre 80 miliardi e a questa fuga era seguito l’addio di El-Erian.

Il divorzio
Un mese dopo il Wall Street Journal cercava spiegazioni al divorzio tornando sui cattivi rapporti tra Gross e El-Erian, con quest’ultimo sempre più insofferente agli errori del suo predecessore. «Io ho 41 anni di successi dalla mia parte, e tu?» gli aveva chiesto pubblicamente il re dei bond. Mohammed El-Erian gli aveva risposto senza giri di parole: «Io sono stanco di ripulire la tua cacca». La lite non si era esaurita lì ma ora, mesi dopo, il caso dell’ex manager di Pimco, ora chief economist advisor di Allianz e presidente del Consiglio per lo sviluppo globale di Barack Obama, è tornato a catturare l’attenzione dei giornali internazionali. Nei giorni in cui la Sec, l’Autorità di Vigilanza della Borsa Usa, ha aperto un’indagine proprio su Pimco perché sospettata di aver gonfiato i rendimenti di uno dei suoi fondi d’investimento, El-Erian torna ai giorni in cui ha deciso di dare le dimissioni.

La lettera della figlia
Le liti con Gross non c’entrerebbero nulla. «Un anno fa, senza successo – ha raccontato in una lunga lettera a Worth El-Erian – ho chiesto ripetutamente a mia figlia, 11 anni, di fare una cosa. Lavarsi i denti credo o qualcosa del genere. Gliel’ho domandato diverse volte e dal tono della mia voce deve aver capito che non stavo scherzando». La bambina gli ha chiesto di aspettare qualche minuto, si è allontanata dal padre ed è andata nella sua cameretta a prendere un foglio di carta che poi gli ha consegnato. «Era una lista dettagliata di 22 momenti in cui io non sono stato presente nella sua vita a causa del lavoro» ha raccontato El-Erian. Dal primo giorno di scuola alla prima partita di calcio, dall’incontro con gli insegnanti alla festa di Halloween.

La decisione
«Mi sono sentito orribile – ha spiegato El-Erian – ma ho cercato subito di mettermi nelle difensive adducendo spiegazioni importanti per ogni occasione in cui non c’ero stato: viaggi, riunioni importanti, telefonate urgenti di lavoro etc etc…». Il punto però era un altro. «Per quanto cercassi di razionalizzare, il problema era che la conciliazione del mio tempo in famiglia e sul lavoro non stava funzionando. E questo squilibrio stava rovinando il rapporto speciale che avevo con mia figlia. Non le dedicavo abbastanza tempo». Dalle dimissioni, El-Erian ha raccontato che ora riesce ad alternarsi con la moglie per svegliare la figlia, prepararle la colazione, portarla a scuola. E ha programmato anche una vacanza per loro due. Soli.

«Dopo 14 anni fantastici in Pimco ho preferito prendere un portfolio di attività part-time e ne sono entusiasta perché posso trascorrere più tempo con la mia famiglia e con mia figlia». A chi gli ha contestato il momento tardivo di questa spiegazione e ha insinuato il dubbio che la storia fosse vera, El-Erian ha risposto così: «Mettetela così: il mio bisogno di essere un buon padre è stato più forte del mio desiderio di essere un buon investitore».

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